Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/57


trad. da Mario Rapisardi 57

59

La bolognese — Rufa Rufolo succia,
     Quella mogliuccia — di Menenio che spesso
     Pei sepolcreti — frugola, e che allo stesso
     Rogo la cena — rapir vi fu veduta;
     5Quella che, mentre — famelica si caccia
     A trar dal foco — la funebre focaccia,
     Dal semiraso — beccamorto è battuta.


60

Te forse ai monti — di Libia una leèna,
     Te forse Scilla — che dagl’inguini latra
     Ha procreato — d’alma sì dura ed atra
     Che non ti muove — la mia recente pena?
     5E dell’amico — la supplichevol voce
      Disprezzi? O petto — veramente feroce!


61

Dell’eliconio colle
     Abitator superno,
     Tu che strappi la molle
     Vergine al sen materno,
     Figlio d’Urania, Imene,
     6Imeneo, dolce Imene;