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48 | Le poesie di Catullo |
25La fedelissima Acme raccoglie
Tutte in Settimio delizie e voglie.
Chi mai due anime sì lieto e fide,
Più fausta Venere chi chi mai vide?
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Già sciolti i gelidi lacci, leggera
Sen torna e tiepida la Primavera;
Già l’equinozio riede, e al giocondo
Spirar di zefiro si schiara il mondo.
5Lascia or la Frigia, Catullo, e i piani
Di Nicea fertili, benchè malsani;
Su, d’Asia all’inclite città voliamo:
Non soffro indugj, vagare io bramo.
Al grato ufficio, con nuovo ardore
10I piè mi brillano, mi trema il core.
Addio, bel numero d’amici eletti,
Che insiem partendovi da’ patrj tetti,
Da lungi a’ patrj tetti ritorno
Per vie sì varie farete un giorno.