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44 Le poesie di Catullo


15“O tu che traffichi te stessa e vendi,
     O sozza adultera, quei fogli rendi.

Non cavi un misero asse bacato,
     Feccia, postribolo, dal tuo mercato?”

Ma che! Gli asprissimi vostri furori
     20Son per tal femmina carezze e fiori.

Pur se alcun minimo rossor rimane
     Sopra quel ferreo ceffo di cane,

O endecasillabi, s’altro non giova,
     Con voce altissima gridate a prova:

25“O tu che traffichi te stessa e vendi,
     O sozza adultera, quei fogli rendi.”

Non ode? Immobile resta il suo core?
     Cambiate subito modo e tenore;

Con piglio amabile, con voce mite,
     30S’è pur giovevole, così le dite:

“Donna onestissima, casta, verace,
     Rendi le lettere, se non ti spiace.”