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trad. da Mario Rapisardi 43


Gli amici e i medici tutti adunate;
     Ma che male abbia non ricercate:

È fuor dei gangheri la poveretta.


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O endecasillabi, qui v’adunate,
     Quantunque in numero, dovunque siate.

Son io sì debole, così dappoco
     Ch’una vil femmina mi prenda a gioco?

5Nega ella rendermi, se il tollerate,
     Tutte le pagine ch’io le ho mandate,

Su, su, incalziamola, diamle la caccia.
     Chi sia, chiedetemi, cotal donnaccia?

Ecco, vedetela, l’aria di mima,
     10Il turpe incedere ve ’l dice in prima,

E l’increscevole arte maligna,
     Onde, qual gallico can, sempre ghigna.

Fatele cerchio, stretti, feroci
     Sollecitatela con queste voci: