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20 | Le poesie di Catullo |
25Or voi levatevi dai miei corbelli,
E al primo andatene soggiorno vostro,
O squartasillabe, sgorbiacartelli,
Peste ed infamia del secol nostro.
14
Se queste inezie mie leggerete,
Nè orror di volgermi le mani avrete,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
15
T’affido, Aurelio, questo diletto
Mio bimbo, e un umile favor chiegg’io:
Deh, se mai l’animo t’arse desio
D’un amor nobile, d’un casto affetto,
5Puro a me serbalo, non già, s’intende,
Dalle altrui granfie: cosa molesta
Temer non devesi da chi alla lesta
Scantona e svicola per sue faccende.