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132 | Le poesie di Catullo |
93
D’andarti ai versi, o Cesare, non ho punto pensiero,
Nè mi preme conoscere, se tu sii bianco o nero.
94
Pinco fornica: o sì, pinco. Non io
Rubo, un ladro dicea, ma il sacco mio.
95
Dopo la nona messe, dacchè fu cominciata,
E dopo nove inverni alfin s’è pubblicata
La Smirna del mio Cinna, mentre Ortensio, oh portento,
Schicchera in un sol anno un mille e cinquecento
5. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Smirna andrà di Satraco oltre i profondi flutti,
Sorvolerà la Smirna i canuti anni tutti;
Ma nella stessa Padova di Volusio morranno
10Gli annali, ed agli scombri camicie ampie faranno.