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Trad. da Mario Rapisardi | 127 |
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Nessuna donna può chiamarsi amata
Quanto, o mia Lesbia, amata sei da me;
Non fu mai fede, ed a tal patto data,
Pari alla mia, che tutta ho posta in te.
5Ora il mio cor per te ridotto è a tale,
Ed ogni ufficio suo così perdè,
Che a stimarti, anche fida, ahi più non vale,
E a spregiarti, anche rea, forte non è.
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Se di qualche diletto è ad uom gentile
Il ricordar l’opre benigne e pie,
3Onde mai lealtà non ebbe a vile,
Non mai per voglie nequitose e rie
lnfranse il giuro ed abusò i Celesti,
6Nè tentò dell’inganno unqua le vie;