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12 Le poesie di Catullo


Non correr dietro — a lei; non viver grama
     Vita, ma fermo — sprezza chi più non t’ama.

Addio, signora: — d’un sordo idolo al piede
     Non più Catullo — trepido prega e chiede.

15Ah, t’addolori — che niun ti prega? Ingrata
     Femmina, è questa — la vita a te serbata.

Or chi più, dimmi, — ti cercherà? Chi mai
     Con le tue forme — leggiadre adescherai?

Chi avrà il tuo core? — Di chi dirai: son sua?
     20Chi vorrà i baci — della boccuccia tua,

I baci, i morsi? — Ma non esser fanciullo;
     Dura ostinato, — sii di sasso, o Catullo!


9


Dunque, o Veranio, tu che de’ miei
     Amici innumeri il primo sei,

Tornasti ai patrj lari, all’affetto
     Fraterno, al tenero materno petto?

5Tornasti? O annunzio felice! Or io
     T’udrò al tuo solito, Veranio mio,