Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
112 | Le poesie di Catullo |
Diran: Ma come sai tutti questi pasticci,
Se mai dal limitar lungi non vai?
Come udir qui confitta codesti chiacchiericci,
40S’altro che aprire e chiudere non sai?
Spesso udito ho colei furtiva con le fanti
Rivangar le sue tresche e nuove e vecchie,
E pronunziava i nomi c’ho detto poco avanti,
Chè non temeva in me lingua nè orecchie;
45E poi dicea d’un tale, che non va nominato,
Perch’ei non torca il rosso sopracciglio:
È un lasagnon, che avvolto in gran litigj è stato
Per la bindoleria d’un falso figlio.
68
Che tu dal fato e da rei casi oppresso
Questo foglio m’invii scritto col pianto,
Perch’io ti tragga dall’irato flutto
Che te naufrago errante agita e sbalza,
5E dal varco di morte ti richiami,
Or che nel freddo talamo deserto
Sfiorar più non t’assente i molli sonni