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trad. da Mario Rapisardi 11


5In tra l’oracolo di Giove adusto
     E il santuario di Batto augusto;

Quanti astri ai taciti notturni orrori
     Miran degli uomini gli occulti amori,

Tanti al frenetico Catullo tanti
     10Tuoi baci, o Lesbia, saran bastanti;

Tanti, che inutile contro a lor sia
     Invidia o fascino di lingua ria.


8


Lascia, o Catullo — triste, i sogni di prima,
     E quanto hai visto — perir, perduto estima.

Giorni felici — per te splendeano allora
     Che andavi spesso — dove alla tua signora

5Piaceva, a lei — c’hai di così profondo
     Affetto amata — come nessuna al mondo.

Oh giochi, oh pugne — soavi, ch’io bramava
     Rifare, e ch’ella — pur negando, accordava!

Quelli eran giorni — quelli! Or mutato ha stile:
     10Tutto or ti nega; — ma tu non esser vile;