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trad. da Mario Rapisardi |
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L’onice vostro, io dico, o vereconde
Che cercate l’amor di un casto letto;
123Ma di chi sozzi affetti in cor nasconde,
E d’adulteri nodi il seno ha stretto,
Beva la sabbia le profferte esose:
126Chè doni dalle indegne io non accetto.
Ma sempre tra di voi, pudiche spose,
La pace alberghi, e sempre i lari vostri
129Semini Amore di perpetue rose.
Tu, qualor volgi agli stellati chiostri,
Regina, i lumi, e ne’ giorni festivi
132Propiziando a Venere ti prostri,
Deh, regina, non sia che me tu privi
Me che fui tua, di sirj unguenti: pia
135Versa, o regina, a me balsami a rivi.
Oh, ruinasse per l’eterea via
Ogni astro, e si mutasse il mio destino!
138Pur che tua chioma novamente io sia,
Splenda l’Acquario ad Orion vicino!