Ma benchè degli Dei l’orma serena
Su me passa le notti, ed all’antico
102Seno di Teti il novo dì mi mena,
(Vergin Ramnusia, con tua pace il dico:
Chè per tema non fia ch’io taccia il vero,
105Nè se degli astri il motteggiar nemico
Mi lacerasse, io patirei che intero
Non uscisse dal petto il pensier mio
108Sciolto da’ lacci d’ogni vil mistero)
Pur di tanto io non vo lieta, che il rio
Senso non mi martelli, aimè, che ognora
111Dal capo amato ognor lungi son io!
Ah, che tesor di sirj unguenti allora
Io beeva, che ancor vergine e lunge
114D’altre cure vivea la mia signora!
Deh voi, cui nuzial teda congiunge
Nel sospirato dì, non consegnate
117Le membra a lui cui pari amor compunge;
Gittato il verginal velo, non date
Nude le mamme, pria che a me gioconde
120Libagioni abbia l’onice versate: