Quel dì che dalle nozze alte insignito
Pur novamente, a desolare andava
18I confini d’Assiria il re marito,
Che le dolci vestigia anco recava
Da la rissa notturna, allor che delle
21Virginee spoglie intrepido pugnava.
Che sia Venere in odio a le novelle
Spose? Che tutte rendano fallaci
24Dei genitori le speranze belle,
Perchè al talamo appresso, in tra le faci,
Spargano un mar di lagrimette ardenti?
27Oh no, così mi giovi il Ciel, veraci
Non gemono: co’ suoi molti lamenti
La mia regina a me chiaro l’ha detto,
30Quando vide lo sposo a rei cimenti.
Deserto forse il tuo vedovo letto
Non piangesti? E il partir del fratel caro
33Non ti fu di dolor flebil soggetto?
Oh come le midolle egre l’amaro
Pensier t’invase; e ogni senso, ogn’idea
36Dal tuo trepido cor dispersi andàro!