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sentò il famoso Talpino S. Agata in aria di dolore e di fermezza, nell’atto che il manigoldo, afferratale una poppa con la dentata tanaglia, gliela va strappando dal petto: pittura nel vero che cava le lagrime.
Altro gran Quadro del medesimo Autore è appeso nella Sagrestìa con S. Andrea Avellino celebrante all’Altare, e un Angelo in aria che par fatto da Raffaello. Nel contiguo Stanzinuccio il copioso e studiato Quadretto del Cristo deporto dalla Croce, e pianto dalle Marie, ec. si attribuisce a Lattanzio Gambara Bresciano. Il Fresco nella volta della Sagrestìa è di mano del soprammentovato Quaglia. Poco da qui distante, e dalla medesima banda, è la Chiesa dei
CARMINI.
X.
A quale già picciola, e consagrata dal Vescovo Barozzi nel 1451. sotto l’Invocazione della Santissima Annunciata, indi riedificata ed aggrandita dagl’introdotti Padri Carmelitani dell’Osservanza, e poscia da’ medesimi ristaurara ed abbellita; ci presenta al secondo Altare, che è a destra dell’entrare, un’egregia Tavola, ma alquanto pregiudicata dalle vernici, di Gio. Paolo Cavagna, essendo anche stata ingrandita e riquadrata nella sommità, colla giunta di quattro Cherubini di mano diversa; i quali tuttavia per l’oscurità delle tinte non iscompajono gran fatto. Vi si vede effigiata la