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quattro navi più basse, due allato al Presbiterio, e due addirimpetto corrispondenti, le quali similmente sono ornate di stucchi dorati, e di Pitture a fresco, che si passano sotto silenzio, per essere la più parte picciole, ed anche malmenate dal tempo. Sei sono gli Altari di questo magnifico Tempio: due alla mano diritta del maggiore, e due alla manca, e uno al piede della Chiesa in una delle navi più basse, dirincontro al Coro del Vangelo. Delle Pitture dell’Altare principale si è detto di sopra. Il secondo, che è nella nave più bassa contigua alla Sagrestìa, è fregiato di una Tavola del Cavagna, di un gusto fino e dilicato, per essere vicina all’occhio; in cui si vede effigiato S. Giovanni Evangelista. Nel terzo eretto dalla Città, da doversi dedicare, secondo la Parte del 1578. a’ SS. Barnaba e Rocco, per la seguita liberazione della Peste, evvi una Tavola colla Vergine e il Divino Infante in aria, e sotto S. Rocco a destra, e S. Sebastiano a sinistra. Opera finita e limata di Giovanni Olmo di Bergamo, Pittore e Poeta di merito, che mancò di vita l’anno 1593. Il Quadretto che è nell’ornato sopra il detto Altare, e che rappresenta il Serpente di bronzo esaltato nel Diserto, è d’ignoto, ma buon pennello; non altrimenti che il corrispondente all’Altare della nave opposta.
Il quarto Altare che è alla sinistra del maggiore, ed è consecrato a tutti i Santi, tiene una Tavola comunemente creduta, e per que’ tempi stimata, del Bramantino Milanese; se non che è venuto fatto al Sig. Bartoli di rilevare nella fascia del S. Girolamo: FCUS ANCERIUS in caratteri d’oro. Ma