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l’antico titolo del prefato Santo Martire. Il primo Quadro che si trova entro la Chiesa a destra con S. Francesco stimatizzato, e Fra Lione in disparte, che fu presente al Fatto, è pregiatissimo parto del più strepitoso pennello che mai sia stato al mondo. Questo carattere, che fa il1 Zanotti al Tintoretto, che n’è l’Autore, troppo bene si verifica anche in quest’Opera, animata da un vivacissimo brio, e da una maestà senza pari. Sembra che il Pittore aderendo all’ordinario costume abbia figurato tale avvenimento, come seguito di notte, quando i Cronisti dell’Ordine affermano che tal celeste prodigio avvenne la mattina de’ 14. Settembre l’anno 1224. Il dirimpetto coll’addolorata Santissima Madre che regge fralle braccia il Divin Figliuolo, e i SS. Giovanni, Alessandro, Francesco, ec. è fattura del Moroni di color grave e fondato, ma alquanto secca ed aggruppata. Era quello Quadro la Tavola dell’Altar principale, quando vi fu sostituita quella che v’è di presente del Palma, fatta fare da Lelio, e Girolamo Adelasi.

La B. V. all’Altare della prima Cappella, entrando a destra, che porge il Bambino Gesù a San Felice, è fatica elegante di Monsieur Roumier di Carcassona; il quale dimorò qualche tempo in Bergamo, e vi morì circa l’anno 1730. Il S. Antonio di Padova nell’opposta Cappella, che riceve il

  1. Allude il Zanotti a quanto cantò il Boschini del Tintoretto nel suo Poema alla pag. 197. con tali parole:
    „Un cervel più terribile de quelo
    Non fu mai visto certo in la Pittura;
    Come se vede in ogni so fattura,
    E in l’istoriar fantastico cervelo„.