cipale è quella stupenda e famosa Pittura del Lotto, della quale si è detto nel Discorso, che segue la Prefazione di questa Operetta: ove è la Vergine seduta in trono col Bambino in piede, cui da un lato sta il Santo Titolare con San Giuseppe, e dall’altro i SS. Gio. Batista, e Antonio Abate, con davanti un Angelo appoggiato ad un piedestallo in atto di scrivere (e non già di suonare la cetra, come scrive il Ridolfi) con più altri Puttini che leggiadramente scherzano nella cima del trono; Opera che non è delle più vivacemente colorite, ma delle più forti e fondate del Lotto, e di quelle, da cui si può dedur con franchezza che e’ fu scolaro di Giorgione. Un’altra singolare e sudata fatica di1 Paolo Cavagna ammirasi all’ultima Cappella, sì nella B. V. addolorata che regge sulle ginocchia il pastoso e con profondo studio del nudo disegnato Figliuol morto, sì nel maestoso Eterno Padre dipinto a fresco, e ne’ tre svelti e bellissimi Angioletti, ch’entro gli Ovati della volta imbrandiscono gli strumenti della Passione, e finalmente ancora ne’ due Profeti sedenti sopra il cornicione dell’ac-
- ↑ Per lode di questo sublime genio in Pittura non è da tacere che di tante Opere che di lui abbiamo a fresco e a olio, che pur sono assaissime, di niuna si può dire che sia delle sue prime cose; vale a dire non si può trovare in alcuna il quandoque bonus dormitat Homerus, che è cosa assai rara; ma tutte sono magistrali egualmente e ingegnose, e nulla contengono da potersi censurare, anzi che appieno non gusti e soddisfaccia. E se alcune sono più distinte e pregiate dell’altre, ciò addiviene o per la diversità del soggetto, o pel maggior rapporto ch’esso ha all’idee della mente, o per lo stato presentaneo d’essa mente più o meno pronta a sviluppare le idee, a rettificarle, a combinarle, e ad esprimerle in tela, dopo d’averle accozzate e chiarite.