Pagina:Le pitture notabili di Bergamo.djvu/121


117

la copiosa Deposizione di Cristo dalla Croce è opera del Carpioni, Pittore di merito; ma più felice nelle Tavole, e Storie di picciole figure, che ne’ lavori di grandi al naturale. I Puttini per altro, che quivi per aria si vedono, sono assai graziosi e pittoreschi. Il Miracolo di S. Antonio di Padova alla Cappella appresso, quando alla presenza dell’Ostia consagrata fa genuflettere il Giumento, contro a ogni sforzo possibile di un Eretico per impedirnelo, è stimatissima Pittura di Domenico Viani Bolognese, dietro alla quale ho veduto perdersi i Tiepoli, e i Rotari, rapiti dalla grave e risoluta maniera de’ Carracci, colla quale il Pittor la condusse. Il lunettone, e i due laterali sono di mano del Rossi di Bologna.

Al contiguo Altare il San Gio. Batista, che sta ritto su d’un sasso fra i SS. Niccolò, Bartolommeo, Giuseppe, e Domenico fu dipinto dal Previtali nel 1515. ed è comunemente tenuto per uno de’ più dilicati e finiti parti che sieno esciti dal suo pennello. La Tavola posta all’Altare che segue, dedicato a Sant’Agostino, è maravigliosa fattura del Lotto, comparsa nel 1521. e che può gareggiare in bellezza con quella de’ Dominicani nel Coro; e forse forse può starle al di sopra, se non nella grandiosità del dipinto, certamente nella eleganza e nella perfezione. Il S. Antonio Abate frall’altre figure è condotto con sì bizzarra invenzione e naturalezza, che non si può abbastanza lodare. Il San Giovannino appiè del trono della Vergine, che sdrajato e ridente cigne colle braccia l’Agnellino che bela, è uno de’ più sublimi voli del purgatissimo ingegno