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[3440-3441] 3 marzo 1637. 39

darli quelle propositioni, pensate da un gentilhuomo assai stimato, ma particolarmente nella geometria, el quale m’he tanto amico, che el ha recusato di communicare questi et altri suoi pensieri intorno alla materia di movimenti ad ognun altro fuor di me; e quantumche sia opinione contraria a quella di V. S., ho stimato che lei la verrà con la solita amorevolezza sua e con qual suo candore d’animo che non ha pari. Io ho detto che quel gentilhuomo è mio amico, perchè veramente l’è, e non s’affatica in queste materie che per la consideratione di V. S. e per avisarla di quello che li pare necessario inanzi che sia fornita la stampa del suo trattato de motu. Delle qualità di queste demonstrationi, doppo haver parlato del’authore e dove concorre il giuditio di V. S., non occorre di inviare il mio parere: dirò solo ch’io sono stato ancora mosso di mandarglieli dal suo vero amico el Sig. Deodati, con el quale ho parlato di lungo di lei con piacer grande e reciproco; e lui ha potuto chiaramente conoscere con quanto fervore io sia per continuare sempre nel suo servicio: e la certifico di tanta correspondenza, quanta si deve al suo merito et alla sua amorevolezza. Pregola commandarmi, perchè io possa monstrarglielo per effetto; et in tanto me le offero di core.

Di Parigi, el 3° Marzo 1637.
Aspetto risposta alle due mie lettere.
Di V.S. molto Ill.re



Humill.o e Vero Ser.re

P. De Carcavy.

Fuori: Al molto Ill.e Sig.r mio, Pad.n mio Colendiss.°

Il Sig.r Galileo Galilei, in

Fiorenza.


LORENZO REALIO a GALILEO [in Arcetri].

Amsterdam, li 3 marzo 1637.


Dal Tomo III, pag. 166-167, dell’edizione citata nell’informazione premessa al n.° 1201.

Amsterdam, li 3 Marzo 1637.


Non mi è mai bastato l’animo di sperare una felicità tanto grande, che di poter fare alcun servizio e cosa grata a V. S. lllustriss., persona da me sempre stata tanto stimata e pregiata, quanto il suo divino ingegno, accurato giudicio ed ingenui concetti, appresso tutto il mondo meritano. Ho ricevuto la sua dalla