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Stati avidamente abbracciata sì generosa offerta, e nel progresso del trattato fu gradita con lor umanissima lettera, accompagnata con superba collana d'oro, della quale il Sig.r Galileo non volle per allora adornarsi, supplicando gli Stati a compiacersi che il lor regalo si trattenesse in altre mani sin che l'intrapreso negozio fosse ridotto a suo fine, per non dar materia a' maligni suoi emuli di spacciarlo come espilator de' tesori di gran Signori per mezzo di vane oblazioni e presuntuosi concetti. Gli destinarono ancora, in evento di felice successo, grossissima recognizione. Havevano già deputato per l'esamina et esperienza della proposta quattro Commessarii, principalissimi matematici, esperti in nautica, geografia et astronomia , a' quali poi il Sig.r Galileo conferì liberamente ogni suo pensiero e secreto concernente alla speculativa e pratica del suo trovato, et in oltre ogni suo immaginato artifizio per ridurre, quando fosse occorso, a maggior facilità e sicurezza l'uso del telescopio nelle mediocri agitazioni della nave per l'osservazioni delle Stelle Medicee. Fu da quei Commessarii esaminata e con ammirazione approvata così utile et ingegnosa proposizione. Fu eletto da' medesimi Stati il Sig.r Martino Ortensio, uno de' quattro Commessarii, per transferirsi d'Olanda in Toscana et abboccarsi col Sig.r Galileo, per estrarre ancor di più dalla sua voce tutti quei documenti et instruzioni più particolari circa la teorica e pratica dell'invenzione. Insomma, nella continuazione per più di cinque anni di questo trattato, non fu per l'una parte o per l'altra pretermessa diligenza e resoluzione per venire alla conclusione di tanta impresa. Ma a tanto non concorrendo per ancora il Divino volere, ben si compiacque che il nostro Galileo fosse riconosciuto per primo e solo ritrovatore di questa così bramata invenzione, sì come di tutte le celesti novità e maraviglie, e che per ciò si rendesse immortale e benemerito