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XXIV. PROCESSO DI GALILEO. | 403 |
Berlingero del tit. di S. Agostino Gesso;
Fabricio del tit. di S. Lorenzo in Pane e Perna Verospio, chiamati Preti;
Francesco del tit. di S. Lorenzo in Damaso Barberino; et
Martio di S.ta Maria Nova Ginetto, Diaconi;
per la misericordia di Dio, della S.ta Romana Chiesa Cardinali, in tutta la Republica Christiana contro l’heretica pravità Inquisitori generali dalla S. Sede Apostolica specialmente deputati;
Essendo che tu, Galileo fig.lo del q.m Vinc.o Galilei, Fiorentino, dell’età tua d’anni 70, fosti denunziato del 1615 in questo S.o Off.o, che tenevi come vera la falsa dottrina, da alcuni insegnata, ch’il sole sia centro del mondo e imobile, e che la terra si muova anco di moto diurno; ch’havevi discepoli, a’ quali insegnavi la medesima dottrina; che circa l’istessa tenevi corrispondenza con alcuni mattematici di Germania; che tu havevi dato alle stampe alcune lettere intitolate Delle macchie solari, nelle quali spiegavi l’istessa dottrina come vera; che all’obbiettioni che alle volte ti venivano fatte, tolte dalla Sacra Scrittura, rispondevi glosando detta Scrittura conforme al tuo senso; e successivamente fu presentata copia d’una scrittura, sotto forma di lettera, quale si diceva esser stata scritta da te ad un tale già tuo discepolo, e in essa, seguendo la positione del Copernico, si contengono varie proposizioni contro il vero senso e autorità della Sacra Scrittura;
Volendo per ciò questo S.cro Tribunale provedere al disordine et al danno che di qui proveniva e andava crescendosi con pregiuditio della S.ta Fede, d’ordine di N. S.re e del’Eminen.mi e Rev.mi SS.ri Card.i di questa Suprema e Universale Inq.ne, furono dalli Qualificatori Teologi qualificate le due proposizioni della stabilità del Sole et del moto della Terra, cioè:
Che il Sole sia centro del mondo et imobile di moto locale, è propositione assurda e falsa in filosofia, e formalmente heretica, per essere espressamente contraria alla Sacra Scrittura;
Che la Terra non sia centro del mondo nè imobile, ma che si muova eziandio di moto diurno, è parimente proposizione assurda e falsa nella filosofia, e considerata in teologia ad minus erronea in Fide.
Ma volendosi per allora procedere teco con benignità, fu decretato dalla Sacra Congre.ne tenuta avanti N.S. a’ 25 di Febr.o 1616, che l’Emin.mo S. Card.le Bellarmino ti ordinasse che tu dovessi omninamente lasciar detta opinione falsa, e ricusando tu di ciò fare, che dal Comissario di S. Off.o ti dovesse esser fatto precetto di lasciar la detta dotrina, e che non potessi insegnarla ad altri, nè difenderla nè trattarne, al qual precetto non acquietandoti, dovessi esser carcerato; et in essecutione dell’istesso decreto, il giorno seguente, nel palazzo et alla presenza del sodetto Eminen.mo S.r Card.le Bellarmino, dopo esser stato dall’istesso S.r Card.le benignamente avvisato et amonito, ti fu dal P. Comissario del S. Off.o