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402 | XXIV. PROCESSO DI GALILEO. |
Nella lettera B. si contenta che il Padre Stefani vegga il libro, e dice che gli manderà certa instruzzione etc.; di più si vede in essa come mando copia del proemio, e come ne havevo lasciato copia anco a Don Benedetto per il medesimo fine.
Nella lettera C. del P. D. Benedetto, scritta ultimamente, il Padre Maestro dice volere il libro nelle mani, e promette assolutamente licenziarlo.
Nella lettera D. del S. Ambasciatore si ha come il P. Maestro si contenta che il libro si stampi con certe condizioni, le quali promette di mettere in carta e mandarle al medesimo S. Ambasciatore.
Nella lettera E. del P. Maestro del S. Palazzo devono esser le sopradette condizioni, le quali quando siano osservate, s’intende il libro licenziato e potersi stampare1.
Nella lettera F. di D. Benedetto si consiglia stampar il libro qui quanto prima, e di parola del Padre Visconti dice non ci esser difficoltà veruna.
Nella lettera G. del P. D. Benedetto ci è che il Padre Maestro più volte gl’ha promesso di spedir la licenza de i Dialogi e di commettere il negozio al P. Stefani.
Nella lettera H. del P. Visconti è che il libro è piaciuto al P. Maestro, e che il giorno seguente parlerebbe col Papa per conto del frontespizio, e che, accomodando alcune altre poche cosette, simili alle già accomodate, mi renderebbe il libro, etc.
3) Sentenza ed abiura.
Roma, 22 giugno 1633.
Arch. di Stato in Modena. Inquisizione. Processi 1632-1633. — Copia del tempo.
Noi Gasparo del tit. di S. Croce in Gerusalemme Borgia;
Fra Felice Centino del tit. di S. Anastasio, detto d’Ascoli;
Guido del tit. di S. Maria del Popolo Bentivoglio;
Fra Desiderio Scaglia del tit. di S. Carlo, detto di Cremona;
Fra Ant.o Barberino, detto di S. Onofrio;
Laudivio Zacchia del tit. di S. Pietro in Vincoli, detto di S. Sisto;
- ↑ potersi stamare