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sarà quella quando di due corde unisone se ne suoni una con tal parte dell’altra quale è il lato del quadrato del suo diametro: dissonanza simile al tritono o semidiapente. Consonanti, e con diletto ricevute, saranno quelle coppie di suoni che verranno a percuotere con qualche ordine sopra ’l timpano; il qual ordine ricerca, prima, che le percosse fatte dentro all’istesso tempo siano commensurabili di numero, acciò che la cartilagine del timpano non abbia a star in un perpetuo tormento d’inflettersi in due diverse maniere per acconsentire ed ubbidire alle sempre discordi battiture: sarà dunque la prima e più grata consonanza l’ottava, essendo che per ogni percossa che dia la corda grave su ’l timpano, l’acuta ne dà due, tal che amendue vanno a ferire unitamente in una sì, e nell’altra no, delle vibrazioni della corda acuta, sì che di tutto ’l numero delle percosse la metà s’accordano a battere unitamente; ma i colpi delle corde unisone giungon sempre tutti insieme, e però son come d’una corda sola, né fanno consonanza. La quinta diletta ancora, atteso che per ogni due pulsazioni della corda grave l’acuta ne dà tre, dal che ne séguita che, numerando le vibrazioni della corda acuta, la terza parte di tutte s’accordano a battere insieme, cioè due solitarie s’interpongono tra ogni coppia delle concordi; e nella diatesseron se n’interpongon tre. Nella seconda, cioè nel tuono sesquiottavo, per ogni nove pulsazioni una sola arriva concordemente a percuotere con l’altra della corda più grave; tutte l’altre sono discordi e con molestia ricevute su ’l timpano, e giudicate dissonanti dall’udito.

SIMP. Vorrei con maggior chiarezza spiegato questo discorso.

SALV. Sia questa linea AB lo spazio e la dilatazione d’una vibrazione della corda grave, e la linea CD quella della corda acuta, la quale con l’altra renda l’ottava, e dividasi la AB in mezzo in E: è manifesto, che cominciando a muoversi le corde nei termini A, C, quando la vibrazione acuta sarà pervenuta al termine D, l’altra si sarà distesa solamente sino al mezzo E, il quale, non sendo termine del moto, non percuote, ma ben si fa colpo in D. Ritornando poi la vibrazione dal D in C, l’altra passa da E in B, onde le due percosse di B e di C battono unitamente su ’l timpano: e tornando a reiterarsi le simili seguenti vibrazioni, si concluderà, alternatamente in una sì e nell’