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686 | esercitazioni filosofiche |
prio moto distinto e diverso da quello di essa? e se lo ha, è necessario che, agitata, si faccia gagliardamente sentire in faccia a quei che vi corrono all’opposito, come un fiume rapidissimo ad una nave che va contro la sua corrente. Se direte che l’aria sia priva di moto, assignatene la ragione. Dite anco qual sia la virtù della Terra, nel rapir così giustamente col suo moto quest’aria. Diceste già di sopra che la scabrosità di essa Terra con l’inegualità de’ monti possono rapire l’aria bassa, umida, pesante; dunque nell’altissime sommità de’ monti non ci sarà questo ratto, o per conseguente, movendosi colà solo la Terra, si sentirebbe questo veemente soffio dell’aria, con tutto che da venti e da altri esterni accidenti fusse tranquilla. La consequenza è manifesta: ma quanto sia falso che così si senta, dimandatene pur a chi volete; a voi medesimo, che non credo non vi sia occorso più volte, ne i viaggi, trovarvi nell’altezze de’ monti con l’aria quieta ed immota. Mi direte con qualche apparenza, che nel modo con cui dicono i Peripatetici ragirarsi il fuoco nella sua sfera dalla velocità del cielo, così l’aria da quella della Terra; ed io vi rispondo in due modi: l’uno, che il fuoco non ritiene la medesima velocità che l’orbe agitato, come si mostra per tante impressioni ignite che nella sua sfera si veggono; e così l’aria non avrebbe moto equabile con quel della Terra; il che sarebbe contra tutte le vostre posizioni a questo proposito, ed in niente si dissolverebbono le vostre risposte a gli argomenti fatti per la stabilità della Terra, con gli essempi di proietti, di tiri, di ucelli, nuvole etc. L’altra risposta è, che voi ponendo i corpi naturali mobili di moto circolare, è convenevole che anco questo convenga all’aria, o che non sarebbe corpo naturale, ma vano ed ozioso; e se gli conviene, essendo essa aria diversa dalla Terra, avrà tal moto da lei diverso non impedito, già che movendosi in giro a diversi segni, non già l’un contra l’altro ad un solo, non avranno impedimento, sì che l’un toglia l’altro, quantunque vi potesse esser qualche ritardazione: e per questa causa l’aria avria indubitatamente il suo moto diverso da quel della Terra, e così chi incontro lei corresse sentirebbe la sua agitazione gagliarda. Perchè private anco di moto l’acqua? che peccato hanno fatto questi due elementi contra di voi, che li disnaturalizate, con dar varii moti alla Terra sola? e se l’acqua ha il suo proprio moto diverso da quel dell’aria e della Terra, quante altre difficultà alle predette si aggiungeranno contra le vostre posizioni? Nè io voglio stendermi ad indurle, sì per non uscir dal metodo, che ho proposto, di esser breve, come perchè coll’accennarne lasciarò campo a’ studiosi di speculare più oltre.
Secondo varie occasioni ponete diversi detti di Aristotile e gli impugnate: primo de quali è, che le velocità di gravi descendenti hanno tra di loro la medesima proporzione delle loro gravità, cioè che il più grave discende più velocemente o in minor tempo, e secondo che è maggiore, il tempo della caduta è più breve; contra la qual posizione argomentate in questa maniera a car. 218 [pag 249, lin. 33 — pag. 250, lin. 3]: