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di antonio rocco. 681


tra loro proporzion duplicata di quella che siano i tempi ne i quali tali spazii son misurati Sin qui voi. A gli altri argomenti che sono fondati sopra i tiri di artiglierie e sopra il volar de gli ucelli, rispondete con gli fondamenti predetti: cioè che movendosi la Terra, e l’aria insieme con essa, la qual conferisce il suo moto e porta quei mobili con la medesima velocità che ha ella in sè stessa, e di più che gli mobili seguendo per lor naturalezza il moto della Terra circolare, niuna variazione farebbono in comparazione di tali moti aerei e terrestri, ma sì bene in rispetto di mobili particolari. Ed è l’essempio chiaro: se in un grande navilio ben chiuso, ondo non potesse esalar l’aria nò entrarvi altra di novo, si facessero diversi moti, sì che due uomini, v. g., si corressero all’opposito, o l’un corresse, l’altro stesse fermo, e diverse mosche o tafani volassero per il navilio, non si conoscerebbe qui altra differenza che la diversa approssimazione overo elongazione fra loro; ma nel moto della nave e dell’aria commune a tutti, e da tutti ugualmente participato, non vi sarebbe alcuna differenza, a punto come se la nave stesse ferma: così il moto della Terra e dell’aria, communicato indifferentemente a tutte le cose, non pone distinzione nè conoscenze diverse. E che l’aria possa col suo moto portar questi proietti, si vede in altre esperienze, specialmente mentre, agitata, move e siringe impetuosamente vascelli smisurati in mare, sbarbica gli antichissimi o grandissimi arbori, scuote ed abbatte torri ed edificii validissimi, etc. Ma quanto vagliano queste risposte, si può conoscere (rispondo io) da quel che è stato detto di sopra: conciosia che sempre supponete e che la Terra si mova e che l’aria insieme con essa, e che questa porti i proietti col suo moto naturale, ed in oltre anco che essi, separati dalla Terra, intorno a quella si aggirino: le quali cose essendo tutte falsissime e dichiarate per tali, ed alcune anco ripugnanti ira loro, come che i proietti siano portati dall’aria ed anco si movano del medesimo moto circolare naturalmente, essendo la vezzione moto violento alla cosa portata, e pur dite l’uno e l’altro; overo (per concedervi quanto più posso) avendo bisogno estremo di esser provate o fatte almen verisimili, e voi ponendole per ricevute e per note; commettete consequenze erronee e petizioni di principii manifeste, e non è altro che discorrer condizionalmente, che niente rileva, niuna cosa assertivamente determina, come chi dicesse «Se l’uomo avesse l’ali, volarebbe, sarebbe un uccello, sarebbe irragionevole, etc.», le quali illazioni minano dalla falsità dell’antecedente. Nè l’essempio della nave è al proposito: perchè se bene quel moto di essa, conferito a tutte le cose che vi son dentro, non apporta fra loro diversità, nè di essere nè di conoscenza, e l’aria rinchiusa è portata col medesimo moto, ad ogni modo un grave proietto in quell’aria non sarà da lei sostentato nè portato, ma cascherà nel fondo della nave e non seguirà il moto dell’aria rinchiusa, come è manifesto; così, ancor che l’aria intorno alla Terra si movesse o fusse dal suo movimento portata, come quella che è rinchiusa nella nave, non perciò porterebbe seco nè sostenterebbe i gravi,