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652 | esercitazioni filosofiche |
i corpi celesti e la Terra, la qual sola relazione è quella che si muta. Ora, se per conseguir il medesimo effetto ad unguem tanto fa se la Terra sola si mova, cessando tutto il resto dell’universo, che se, restando ferma la Terra sola, tutto l’universo si mova di un istesso moto, chi vorrà credere che la natura (che pur, per commun consenso, non opera con l’intervento di molte cose quel che si può far col mezo di pochi) abbia eletto di far movere un numero immenso di corpi vastissimi, e con una velocità inestimabile, per conseguir quello che col movimento mediocre di un solo intorno al suo proprio centro poteva ottenersi Le variazioni (soggiungete in risposta a Simplicio) di meridiani, di orizonti, di giorni e delle notti, sono solo in comparazion della Terra; la quale rimossa con l’imaginazione, tutte queste apparenze restano nulle.
5. Seconda continuazione. Quando si attribuisca questo gran moto al cielo, bisogna di necessità farlo contrario a i moti particolari di tutti gli orbi de’ pianeti, de i quali senza controversia ciascheduno ha il suo movimento proprio da occidente verso oriente, e questo assai piacevole e moderato, e convien poi fargli rapire in contrario, cioè da oriente in occidente, da questo rapidissimo moto diurno; dove che, tacendosi mover la Terra in sè stessa, si leva la contrarietà de’ moti, ed il solo movimento da occidente in oriente si accommoda a tutte l’apparenze e sodisfa a tutte compiutamente. Nè è vero (rispondete a Simplicio), che i moti circolari (come dico Aristotile) non sien contrarii; anzi, come due cavalieri giostrando a campo aperto, o due squadre intere, o due armate in mare, si vanno ad investire e si rompono, sono contrarii; così due moti fatti all’incontro sopra una linea circolare si contrastano, impediscono, e sono contrarii, non meno di quei due che si fanno all’incontro sopra una linea retta. Ed in somma e più semplice e più natural cosa il poter salvar il tutto con un movimento solo, che coll’introdurne due, siano contrarii over opposti. In oltre:
6. Secondo che un orbe e maggiore, finisce il suo rivolgimento in tempo più lungo, ed i minori in più breve: onde Saturno, discrivendo un cerchio maggiore li tutti gli altri pianeti, lo compisce in trent’anni, Giove in dodici, etc.; delle stelle Medicee, la più vicina a Giove fa il corso in ore 24, la seguente in tre giorni, etc.: però, mentre si faccia il movimento della Terra in ventiquattro ore, quest’ordine si serverà inalterato; altrimente, dal rivolgimento di Saturno in trent’anni si farebbe un passaggio eccessivo ad uno di una sfera immensa di 24 ore. E questo poi è il minimo disordinamento; perchè dalla sfera di Saturno si passa alla stellata, assai più vasta di quella, tardissima (come dicono) di molte migliaia d’anni; ed indi, d’un eccesso al altro, passar al primo mobile che si aggiri in 24 ore.
7. «Ma dandosi la mobilità della Terra, l’ordine de’ nperiodi viene benissimo osservato, e dalla sfera pigrissima di Saturno si trapassa alle stelle fisse, del tutto immobili, e viensi a fuggire una quarta difficultà, la quale necessariamente bi-