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di antonio rocco. 651


Ma tralasciamo, di grazia (per fuggir ogni tedio o prolissità), queste altercazioni di parole ingiuriose, e veniamo alle filosofiche. Intendete provare che non il cielo, ma la Terra sia quella che si move in giro, restando esso cielo immobile o fermo, massime il Sole e lo stellatopostille 1: del che apportato tutte quelle ragioni od esperienze che possono conchiudere la vostra intenzione; le quali io, al solito, compendiosamente (senza pregiudicar all’essenziale) con ordine recitarò, per esaminarle poi. La vostra prima ragione dunque ò questa.

2. L’immensità della sfera stellata, che contiene la Terra per tanti milioni di volte, non è ragionevole che con moto velocissimo di una intera conversione di 24 ore si mova, stando la Terra ferma. E se potessero seguir gli stessi effetti tanto dal poner mobile il cieloquanto la Terra, ed alcuno dicesse che questa stia immota ed il cielo si aggiri, sarebbe come se uno, salito nella cima della cuppola per veder la città ed il contado, domandasse che se gli facesse girar intorno tutto il paese, acciò non avesse egli ad aver la fatica di volger la testa, etc.

3. Supponete poi per fondamento delie cose che avrete da dire, che il moto in tanto è moto e come moto opera, in quanto ha relazione a cose che di esso mancano; ma tra lo cose che tutte ne participano egualmente, niente opera, come s’ei non fusse: come il moto di una nave, carica di robbe diverse, in comparazione fra esse robbe non è moto, perchè elle non si sono fra lor punto mosse o discostate; anzi quel moto è commune a tutte, con equalità, di participazione etc.: onde il moto è di quel che si move rispetto a qualche cosa immobile, non già sopra qualche immobile, come malamente ha detto Aristotile; il quale, avendo da qualche buona scuola presa questa proposizione (detta da voi, cioè che il moto sia rispetto a qualche cosa immobile), nè avendola interamente penetrata, anzi avendola scritta alterata, sia stato causa di confusione, mediante quelli che vogliono sostenere ogni suo detto. Indi tornate all’intento vostro principale

e per provare che la Terra si mova, adducete la prima confirmazione tale, che chiamate primo discorso.

4. «Essendo (dite) dunque manifesto che il moto il quale sia commune a molti mobili, è ozioso e come nullo in quanto alla relazione di essi mobili tra loro, poi che tra di essi niente si muta, e solamente ò operativo nella relazione che hanno essi mobili con altri che manchino di quel moto, tra i quali si muta abitudine; ed avendo noi diviso l’universo in due parti, una de quali necessariamente ò mobile, l’altra immobile; per tutto quello che possa dipender da tal movimento, tanto è far mover la Terra sola quanto tutto il resto del mondo, poichè l’operazione di tal moto non è in altro che nella relazione che cade tra

  1. non ho mai inteso di provar ciò, ma di mostrare che le ragioni addotte in contrario non soli concludenti.