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giornata prima. | 57 |
globo terrestre fusse collocato nel centro del mondo e che quivi immobilmente si rimanesse, non dicesse che de’ corpi naturali altri erano mobili per natura ed altri immobili, e massime avendo già definito, la natura esser principio di moto e di quiete.
Simp. Aristotile, come quello che non si prometteva del suo ingegno, ancorché perspicacissimo, piú di quello che si conviene, stimò, nel suo filosofare, che le sensate esperienze si dovessero anteporre a qualsivoglia discorso fabbricato da ingegno umano[Le sensate esperienze si devono anteporre a i discorsi umani.], e disse che quelli che avessero negato il senso, meritavano di esser gastigati col levargli quel tal senso: ora, chi è quello così cieco che non vegga[ chi nega il senso merita d'esserne privato.], le parti della terra e dell’acqua muoversi, come gravi, naturalmente all’ingiú, cioè verso il centro dell’universo, assegnato dall’istessa natura per fine e termine[Il senso mostra, i gravi muoversi al mezo, e i leggieri ai concavo.] del moto retto deorsum; e non vegga parimente, muoversi il fuoco e l’aria all’insú rettamente verso il concavo dell’orbe lunare, come a termine naturale del moto sursum? e vedendosi tanto manifestamente questo, ed essendo noi sicuri che eadem est ratio totius et partium, come non si deve egli dire, esser proposizion vera e manifesta che il movimento naturale della terra è il retto ad medium, e del fuoco il retto a medio?
Salv. In virtú di questo vostro discorso, al piú al piú che voi poteste pretendere che vi fusse conceduto è che, sì come le parti della terra rimosse dal suo tutto, cioè dal luogo dove esse naturalmente dimorano, cioè, finalmente, ridotte in prava e disordinata disposizione, tornano al luogo loro spontaneamente, e però naturalmente, con movimento retto, così (conceduto che eadem sit ratio totius et partium) si potrebbe inferire che rimosso per violenza il globo terrestre dal luogo assegnatogli dalla natura, egli vi ritornerebbe per linea retta. Questo, come ho detto, è quanto al piú vi si potesse concedere, fattavi ancora ogni sorte d’agevolezza: ma chi volesse riveder con rigore queste partite, prima vi negherebbe che le parti della terra nel ritornare [i gravi descendenti è dubbio se si muovano di moto retto.]al suo tutto si movessero per linea retta, e non per circolare o altra mista; e voi sicuramente avereste che fare assai a dimostrare il contrario, come apertamente intenderete nelle risposte alle ragioni ed esperienze particolari addotte da Tolomeo e da Aristotile. Secondariamente, se altri vi dicesse che le parti della terra si muovono non per andar al centro del mondo, ma per andare a riunirsi col suo tutto, e che per ciò hanno naturale inclinazione verso il centro