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626 esercitazioni filosofiche

stelle, ed avete per assurdo che un intiero lor globo si corrompa; ed ora cascherete a dire, che stelle sì grandi e sì belle si siano in breve tempo consumate e disfatte del tuttopostille 1. Di grazia, tornate a dar una ricercatina all’armonia dissonante di questa vostra dottrina, ed accordate bene le corde, che una non guasti il suon dell’altra. Potrei ancora dirvi (ma parlo con timore di non errare, e volontieri sentirei più tosto gli altri, ma che dicessero a proposito; pur se commetterò errore, son apparecchiato all’emenda, mi sottopongo alla correzzionepostille 2 ), che essendo i cieli in alcune parti più densi, in altre più rari (come senza controversia ammette ciascuno), ed essendo grande la diversità de’ moti con velocità differentissima tra loro, non sarebbe inconveniente che qualche stella vera e reale per alcun tempo, mossa però nel suo orbe ove si trova fissa, scorresse sopra falde o striscie dense dell’orbe inferiore, talchè alla nostra vista la occultassero, e poi, capitando nelle parti più rare, ci si rendesse visibile, tornando di novo ad immergersi in altre densità e farsi invisibile, nella maniera giusto che fa il Sole nell’entrar ed uscir dalle nubi; e questi accidenti non accadano così regolati nè osservabili in determinati periodi di tempi per la multiplicità deforme di moti celesti e per l’irregolarità del raro e del denso ch’ivi potrebbe essere: ed in questo modo (che da più accurato esame potria ridursi a perfezzione più puntuale), senza dar dissoluzioni ne i cieli, senza negar il senso, nè ponere altre posizioni inintelligibili e ripugnanti, si troverebbe concordia stabile nella peripatetica filosofia1. Delle stelle Medicee direi che siano vere stelle celesti, ingenerabili, impassibili (presagio di felicità impermutabile all’augustissima Casa di Medici), e se mai non si occultano, ciò avvenga per non aver gli intoppi predetti di densità diverse: e se da gli antichi non siano annoverate fra l’altre stelle, questo è perchè non sono visibili a tutti, ma ci bisogna l’instromento atto per vederle2; ed essi solo delle conosciute communemente han parlato, accennando dell’altre col nome di nubilose e di oscure.

  1. Nè io nè altri mai hanno detto (o elefantissimo) che le dette stelle nuove fussero vere stelle, di nuovo generate e poi dissolute; onde tu gracchi alla nebbia e getti le parole al vento.
  2. Pur torni, ignorantone, a confessar la tua ignoranza; e pur tutta via parli meco con tanta sprezzatura!
  1. Aristotile disse, il cielo essere ingenerabile, perchè non si era visto generarvisi cosa alcuna; sì che dal non si generare argomentava l’ingenerabilità etc.: ma tu, per l’opposito, tenendo salda l’ingenerabilità, vuoi che le generazioni che vi si veggono, non siano nel cielo non siano generazioni.
  2. poco sopra volevi che gli antichi avessero strumenti migliori de i nostri.