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618 | esercitazioni filosofiche |
faccia del Sole e dissolversi, non dice altro costui; ma forse l’avea per favola o per illusione del cannocchiale, o al più per affezzioncelle fatte per aria, ed in somma per ogni altra cosa che per materie celesti.
8. «Altri dice che queste macchie siano stelle, che ne i lor proprii orbi, a guisa di Venere e di Mercurio, si volgano intorno al Sole, e nel passargli sotto si mostrano a noi oscure; e per esser moltissime, spesso accade che parte di loro si aggreghino insieme e poi si separino; altri le crede impressioni per aria, altri illusioni di cristalli.»
9. Ed esso Simplicio inclina a credere «che sia un aggregato di molti e varii corpi opachi, quasi casualmente concorrenti tra di loro: e perciò veggiamo spesso che in una macchia si possono numerar diece o più di tali corpi minuti, che sono di figura irregolari e ci si rappresentano come fiocchi di neve o di lana o di mosche volanti; variano sito tra di loro, ed or si congregano, or si disgregano, e massimamente sotto al Sole, intorno al quale, come intorno al suo centro, si vanno movendo. Ma non è però necessità dire che le si generino o corrompano, ma che alcune volte si occultino doppo il corpo del Sole; ed altre volte, benchè allontanate da quello, non si veggono per la vicinanza della smisurata luce pur del Sole. Imperò che nell’orbe eccentrico del Sole vi è constituita una quasi cipolla, composta di molte grossezze, una dentro dell’altra, ciascuna delle quali, essendo tempestata di alcune piccole macchie, si move; e benchè il movimento loro da principio sia parso incostante ed irregolare, nulladimeno si dice essersi novellamente osservato che dentro a tempi determinati ritornano le medesime macchie per l’appunto.» E questo pare al Sig. Simplicio il più accommodato ripiego per salvar le macchie e l’incorruttibilità de’ cieli.
10. Impugnate questa posizione: ma pria che venghiate a questo, dite che se questa disputa fusse di qualche punto di legge di altri studi umani, ne i quali non è nè verità nè falsità, si potrebbe confidare assai nella sottigliezza dell’ingegno, nella prontezza del dire e nella prattica di scrittori, etc.; ma nelle scienze naturali, le conclusioni delle quali son vere e necessarie, non ha che far nulla l’arbitrio umano, sì che mille Demosteni, mille Aristotili, se si apponessero al falso, restarebbono a’ piedi contra ogni mediocre ingegno. Venite poi all’impugnazione in questa maniera, recando (come dite) due sperienze sole in contrario.
11. «L’una è, che molte di tali macchie si vedono nascere nel mezo del disco solare, e molte parimente dissolversi e svanire pur lontane dalla circonferenza del Sole; argomento necessario che le si generano e si dissolvono: che se senza generarsi e corrompersi comparissero quivi per solo movimento locale, tutte si vedrebbono entrare ed uscire per l’estrema circonferenza.»
12. «L’altra osservazione a quelli che non sono costituiti nell’infimo grado d’ignoranza di prospettiva, dalla mutazion delle apparenti figure, e dall’apparente mutazion di velocità di moto, si conclude necessariamente che le macchie