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di antonio rocco. 611

il fuoco avrà da operar nell’acqua, col suo calore cercherà di vincer il freddo di quella, e con la sua siccità l’umidità che in lei si trova; e così ridottala a condizioni incompossibili, o non convenevoli alla sua natura, non può in modo alcuno sussistere, ma infallibilmente tende alla corruzzione: si disfà (dico) la forma dell’acqua, ed in quella stessa materia, mancante della forma precedente, s’induce la forma del fuoco, la quale non potea esser introdotta nè prodotta senza il mancamento della precedente; e così il mancamento o privazione, insieme con la forma, fanno opposizion privativa circa la generazione: talchè ambedue insieme queste opposizioni a qualsivoglia generazione e corruzzione conio vengono, supposti gli agenti e pazienti sustanziali diversi, ne i quali si fondino, perchè niuno è contrario a sè stesso, nè di sè stesso generativo nè corruttivo. Ed al proposito di moscioni, la materia loro propinqua è il fumo del mosto, la quale ha però, nel suo modo, forma (tal qual si sia) informe o imperfetta di quella fumosità; questo fumo ha del terreo sottile, ed il calore che trae di sua natura dal mosto è anco umido grandemente, le quali disposizioni sono attissime alla formazione di questi imperfetti animaletti: la terrestreità gli serve per sussistenza stabile; l'umidità, per impastargli, a punto come l’acqua nella farina per far il pane; il caldo, per dargli principio di vita e di operazione; la rarità leggiera aerea, per soministrargli spiriti agili al movimento. Tali sono le disposizioni, ma però con qualche difetto, onde da gli agenti, per mezzo delle qualità contrarie, devono ridursi all’ultima intiera perfezzione. Il terrestre dunque, che nel fumo è raro e dissoluto, deve dall’umido connettersi con l'attività del caldo operativo, nel modo che si stringe o rapprende il latte col fuoco; e così alla terra, secca e fredda, si oppongono in questa azzione i contrarli, cioè il caldo e l’umido. La superfluità dell’umido, repugnante alla solidezza e consistenza, a proporzione da temperato terreo secco coll’ aiuto del calore si asciuga e si agiusta; il caldo inordinato da freddo aqueo si riduce a dovuta temperie, e l’agilità aerea di semplice naturalezza prende indifferenza per il moto animale. Or il fumo, fatto denso, temperato, mobile, indifferente, non è più fumo, ha persa la sua forma, ed in questa maniera dal suo distruggersi si è generata la natura de’ moscioni; altrimenti, restando egli incorrotto, i moscioni non avrebbon ricevuto l’esser vitale: ed eccovi l’opposizion privativa, dico del non esser fumo e dell’esser moscioni. A questa tal generazione concorrono immediatamente gli elementi con le loro qualità operatrici, sopponendo però sè stessi, o più tosto le lor materie, per fondamento sustanziale, sì al fumo predetto, che è misto, come a i moscioni, che di quello si generano: l'agente però principale è il cielo, con i suoi instromenti communi ad ogni generazione. Ed eccovi dichiarati in universale questi contrarii.

5. La quinta instanza ricerca per risposta il medesimo fondamento che la quarta precedente, ma per darle formalità compita, deve ricorrersi alle condizioni particolari delle forme proprie e de’ semi specialmente. Queste forme, dun-