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602 esercitazioni filosofiche

ciò è vero, perchè conseguentemente non diciamo, che come ab eterno operò la natura, così operi anco a i tempi nostri? e come a i tempi nostri così facesse ab eterno? E se noi vediamo che il luogo naturale a ciascun corpo è quello ove esso nasce, si conserva, vi torna, e con violenza ne sta lontano, perchè nell’istesso modo non discorriamo degli elementi e del cielo? dico, che siano naturalmente prodotti ne i luoghi ove sono, e quivi quei che sono atti al moto circolare, circolarmente si movano, e gli altri o stian quieti, o in altra maniera, come più pertiene alla stabilità ordinata dell’edificio ed alla sua perfezzione. Il filosofar è ricercar sinceramente la verità delle cose, non sognar chimere e difender paradossi inintelligibili e repugnanti alla ragione ed al sensopostille 1.

Dir poi (come pur dite voi) che secondo sono discesi più a basso, così abbino conseguito moti più veloci dal moto retto precedente più veloce, non è credibile, ma repugnante al vero ed alle vostre posizioni medesime. Al vero: perchè il primo mobile è velocissimo (come è concesso da tutti e suppongo per ora), e nondimeno, essendo sopra gli altri, sarà manco de gli altri disceso: similmente il ciel stellato (secondo l’opinion commune de gli astronomi) è più tardo di moto che molti altri orbi inferiori, e per la vostra posizione dovrebbe essere più veloce. Ma potreste per caso dire, che questo discendere ha cominciato qui da noi (ed a voi parrà lecito dir tutto, ed io sto ad aspettar di udirlo), e che di qua verso il cielo sia apunto il discendere: onde sarebbe forza che i corpi celesti fussero tutti ristretti nella Terra; e chi sa che non più tosto in una cantina, a guisa di tante botti? Ma parliamo pur saldamente: Saturno, che è più tardo di Giove, per questa ragione non sarebbe giunto colà da queste nostre bande; di modo che da ogni verso la vostra dottrina intoppa e si rompe. Alle vostre posizioni contradicete: perchè, avendo detto che si volta in giro il mobile quando è giunto alla linea orizontale, e che, avendo persa (pur come voi dite) tutta la velocità, allora si raggira, dunque se la velocità passata si è persa, poco importa che fusse più meno veloce, nè che si movesse da alto più meno. E poi, dove è alto, basso, più e manco, linee e machine, fuora del mondo avanti di esso? che bel veder venir a piombo i corpi celesti, e poi ribattendo nel circolare, che riscontrano, si dissolvano come tante palle di vetro giobbi d’aria! Povere stelle! e come poi si riordinorono? Io rinasco per meraviglia, e nel studiar il vostro libro con desio di apprender qualche dottrina seria, mirabile, imparo a favoleggiare1.

La posizione di Platone, che voi adducete per ammantar le vostre, potria

  1. Voi sete quello che, col vostro non intender, fate le proposizioni vere e nobili do ventar paradossi e sogni.

  1. (Nell’esemplare postillato da Galileo, di fronte alle parole «Io rinasco... favoleggiare» si vede sul margine un segno in forma di una mano, dovuto a Galileo stesso.