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594 | esercitazioni filosofiche |
materie per fabricar l’opera, ma fabricata che ella è, o resti immobile, o, se mobile, si mova solo circolarmente.
4. Nella quarta parte adducete a favor vostro l’opinion di Platone, che voleva che dopo esser stati i corpi mondani fabricati e stabiliti, fossero dal suo Fattore per alcun tempo mossi per moto retto; ma pervenuti in certi e determinati luoghi, furon rivolti ad uno ad uno in giro, passando dal moto retto al circolare, dove poi si son mantenuti e tuttavia si conservano.
5. E per stabilir questa posizione, dite (e sia la quinta parte) che ogni corpo naturale costituito in stato di quiete, purchè sia mobile, non impedito si moverà, purch’abbia inclinazione a qualche luogo particolare; perchè quando fusse indifferente a tutti, restarebbe nella sua quiete. Da questa inclinazione egli si anderà continuamente accelerando; e cominciando con moto tardissimo, non acquisterà grado alcuno di velocità, che prima non sia passato per tutti i gradi di velocità minori, o vogliam dire di tardità maggiori: perchè, partendosi dallo stato della quiete (che è il grado di infinita tardità di moto), non può entrar nel maggior grado di velocità, che non passi per il minore, etc. E questa accelerazion si fa dalla natura per acquistar il luogo naturale; e perciò si può dire che la natura, per dar ad un mobile un grado di velocità determinata, lo faccia mover per alcun tempo di moto retto. Così concludete che i cieli e gli elementi prima per moto retto siano venuti al suo luogo, e poi si movano in giro; anzi, secondo la lontananza onde si son partiti, abbiano acquistata maggior velocità, e perciò l’uno più velocemente dell’altro si mova, e rispondano al calcolo di questa mozione.
6. Apportate, per provare (nella sesta parte) che si acquisti sempre velocità maggiore nel moto retto naturale, alcune dimostrazioni matematiche: la somma delle quali la toccate voi stesso nella predetta ragione, con dire che dal rimoversi il mobile dalla tardità infinita, cioè dalla quiete, deve passar per gradi minori e minori, il che disegnate con linee e caratteri facili da intendersipostille 1. Ponete parimente diverse velocità secondo la diversità di piani più meno inclinati, pervenendo a questo, che nel piano orizontale è impossibile farsi moto, già che ci è arrivato all’estinzione dell’inclinazione. Ed essendo il moto circolare per linea orizontale (cioè nè declive nè elevata), ma intorno al centro, non potrà acquistarsi mai questo moto naturalmente, senza il moto precedente retto. Così Giove è più veloce di Saturno, perchè è sceso più che Saturno, etc.
7. Soggiungete (nella settima) che con questo moto non si disordina il mondo, si servano ne i medesimi luoghi i corpi naturali, senza impedir altri.
8. Di più (e sia la parte ottava), che essi elementi giamai si movono di moto retto, ma appena, tal ora, qualche particella di essi, quando è fuora del suo luogo;
- ↑ ma voi non ne avete inteso parola.