Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/494

486 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

aveste arrecato che quella prima general proposizione, che a me par che non patisca replica alcuna, dove molto concludentemente si dichiara, che stando fermi i vasi contenenti le acque marine, impossibil sarebbe, secondo il comun corso di natura, che in esse seguissero quei movimenti che seguir veggiamo, e che, all’incontro, posti i movimenti per altri rispetti attribuiti dal Copernico al globo terrestre, debbano necessariamente seguire simili alterazioni ne i mari, quando, dico, altro non ci fusse, questo solo mi par che superi di tanto intervallo le vanità introdotte da tanti altri, che il ripensar solamente a quelle mi muove nausea; e molto mi maraviglio che tra uomini di sublime ingegno, che pur ve ne sono stati non pochi, non sia ad alcuno cascato in mente la incompatibilità che è tra il reciproco moto dell’acqua contenuta e la immobilità del vaso contenente, la quale repugnanza ora mi par tanto manifesta.

Salv. Più è da maravigliarsi, che essendo pur caduto in pensiero ad alcuni di referir la causa de i flussi e reflussi al moto della Terra, onde in ciò hanno mostrato perspicacità maggiore della comune, nello strigner poi il negozio non abbiano afferrato nulla, per non avere avvertito [Non basta per produrre il flusso e reflusso un semplice moto del globo terrestre.]che non basta un semplice moto ed uniforme, quale è, verbigrazia, il semplice diurno del globo terrestre, ma si ricerca un movimento ineguale, ora accelerato ed ora ritardato; perchè quando il moto de i vasi sia uniforme, l’acque contenute si abitueranno a quello, nè mai faranno mutazione alcuna. [opinione di Seleuco matematico reprovata.]Il dire anco (come si referisce d’uno antico matematico) che il moto della Terra, incontrandosi col moto dell’orbe lunare, cagiona, per tal contrasto, il flusso e reflusso, resta totalmente vano, non solo perchè non vien dichiarato nè si vede come ciò debba seguire, ma si scorge la falsità manifesta, atteso che la conversione della Terra non è contraria al moto della Luna, ma è per il medesimo verso: talchè il detto e imaginato sin qui da gli altri resta, al parer mio, del tutto invalido. Ma tra tutti gli uomini grandi che sopra tal mirabile effetto di natura hanno filosofato, più [11 Keplero viene con rispetto accusato.]mi meraviglio del Keplero che di altri, il quale, d’ingegno libero ed acuto, e che aveva in mano i moti attribuiti alla Terra, abbia poi dato orecchio ed assenso a predominii della Luna sopra l’acqua, ed a proprietà occulte, e simili fanciullezze.

Sagr. Io son d’opinione che a questi più specolativi sia avvenuto quello che di presente accade a me ancora, cioè il non potere inten-