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giornata prima 41

che composto, sì che la semplicità del moto non si attende piú dalla semplicità della linea solamente.

Simp. Oh non vi par ella differenza bastevole se il movimento semplice ed assoluto sarà piú veloce assai di quello che vien dal predominio? e quanto vien piú velocemente all’ingiú un pezzo di terra pura, che un pezzuol di legno?

Sagr. Bene, signor Simplicio; ma se la semplicità si ha da mutar per questo, oltre che ci saranno centomila moti misti, voi non mi saprete determinare il semplice; anzi, di piú, se la maggiore e minor velocità possono alterar la semplicità del moto, nessun corpo semplice si moverà mai di moto semplice, avvengaché in tutti i moti retti naturali la velocità si va sempre agumentando, ed in conseguenza sempre mutando la semplicità, la quale, per esser semplicità, conviene che sia immutabile; e, quel che piú importa, voi graverete Aristotile d’una nuova nota, come quello che nella definizione del moto composto non ha fatto menzione di tardità nè di velocità, la quale ora voi ponete per articolo necessario ed essenziale. Aggiugnesi che nè anco potrete da cotal regola trar frutto veruno; imperocché ci saranno de’ misti, e non pochi, de’ quali altri si moveranno piú lentamente, ed altri piú velocemente, del semplice, come, per esempio, il piombo e ’l legno in comparazione della terra: e però tra questi movimenti quale chiamerete voi il semplice, e quale il composto?

Simp. Chiamerassi semplice quello che vien fatto dal corpo semplice, e misto quel del corpo composto.

Sagr. Benissimo veramente. E che dite voi, signor Simplicio? poco fa volevi che il moto semplice e il composto m’insegnassero quali siano i corpi semplici e quali i misti; ed ora volete che da i corpi semplici e da i misti io venga in cognizione di qual sia il moto semplice e quale il composto: regola eccellente per non saper mai conoscer nè i moti nè i corpi. Oltre che già venite a dichiararvi come non vi basta piú la maggior velocità, ma ricercate una terza condizione per definire il movimento semplice, per il quale Aristotile si contentò d’una sola, cioè della semplicità dello spazio; ma ora, secondo voi, il moto semplice sarà quello che vien fatto sopra una linea semplice, con certa determinata velocità, da un corpo mobile semplice. Or sia come a voi piace, e torniamo ad Aristotile, il qual mi definì, il moto misto esser quello che si compone del retto e del cir-