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giornata quarta. 463

o 10 miglia per ora, nell’aria tranquilla, l’incontrarla noi con la faccia ci rassembra un vento che non leggiermente ci percuota, che dovrebbe fare il nostro rapido corso di 800 o 1000 miglia per ora, contro l’aria libera da tal moto? tuttavia nulla di tale accidente sentiamo noi.

Salv. [sì risponde all'instanza fatta contro alla vertigine del globo terrestre.]A questa instanza, che ha assai dell’apparente, rispondo che è vero che l’aria è più tenue e più leggiera, e per la sua leggerezza meno aderente alla Terra, che l’acqua, tanto più grave e corpulenta; ma è poi falsa la conseguenza che voi deducete da queste condizioni, cioè che per tal sua leggerezza tenuità e minore aderenza alla Terra ella dovesse esentarsi più dell’acqua dal secondare i movimenti terrestri, onde a noi, che totalmente gli partecipiamo, tal sua inobbedienza si facesse sensibile e manifesta: anzi accade tutto l’opposito. Imperocchè, se voi ben vi ricordate, la causa del flusso e reflusso dell’acqua, assegnata da noi, consiste nel non secondar l’acqua la disegualità del moto del suo vaso, ma ritener l’impeto concepito per avanti, senza diminuirlo o crescerlo con quella precisa misura che si accresce o diminuisce nel suo vaso: perchè dunque nella conservazione e mantenimento dell’impeto concepito prima consiste l’inobbedienza ad un nuovo agumento o diminuzion di moto, quel mobile che sarà più atto a tal conservazione, sarà anco più accomodato a dimostrar l’effetto che a tal conservazione viene in conseguenza. Ora, quanto sia l’acqua [L'acqua più atta a conservre un impeto che non è l'aria.]disposta a mantenere una concepita agitazione, benchè cessi la causa che l’impresse, l’esperienza de i mari altamente commossi da venti impetuosi ce lo dimostra, l’onde de i quali, benchè tranquillata l’aria e cessato il vento, per lungo tempo restano in moto, come leggiadramente cantò il Poeta sacro: "Qual l’alto Egeo" etc.: ed il continuar in tal guisa nella commozione depende dalla gravità dell’acqua; imperocchè, come altra volta s’è detto, [Corpi leggieri più facili ad esser mossi che i gravi, ma son manco atti a conservare il moto.]i corpi leggieri son ben più facili ad esser mossi che i più gravi, ma son ben tanto meno atti a conservar il moto impressoli, cessante la causa movente; onde l’aria, come in se stessa tenuissima e leggierissima, è agevolissimamente mobile da qualsivoglia minima forza, ma è anco inettissima a conservare il moto, cessante il motore. Però quanto all’aria che circonda il globo terrestre, direi che, per la sua aderenza, non meno che l’acqua venga portata in giro, e massime quella parte che è contenuta da i vasi, i quali vasi sono le pianure circondate da i