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446 | dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. |
Luna; e perchè quando essa è sotto l’orizonte, pur tuttavia ritorna l’alzamento, dice che non si può dir altro, per salvar tal effetto, se non che la Luna non solo ritiene in sé naturalmente questa facultà, ma in questo caso ha possanza di conferirla a quel grado del zodiaco, che gli è opposto. [Girolamo Borro ed altri Peripatetici la referiscono al caldo temperato della Luna.]Altri, come credo che sappiate, dicono pur che la Luna ha possanza, co ’l suo temperato calore, di rarefar l’acqua, la quale, rarefatta, viene a sollevarsi. Non ci è mancato anco chi...
Sagr. Di grazia, signor Simplicio, non ce ne riferite più, chè non mi pare che metta conto di consumare il tempo nel referirle, nè meno le parole per confutarle; e voi, quando ad alcuna di queste o simili leggerezze prestaste l’assenso, fareste torto al vostro giudizio, che pur lo conosciamo per molto purgato.
Salv. Io, che sono un poco più flemmatico di voi, signor Sagredo, spenderò pur cinquanta parole in grazia del signor Simplicio, se forse egli stimasse, nelle cose da lui raccontate ritrovarsi qualche probabilità. [Si risponde alle vanità addotte per cagioni dei flusso e reflusso.]Dico per tanto: L’acque, signor Simplicio, che hanno più alta la loro superficie esteriore, discacciano quelle che gli sono inferiori e più basse; ma ciò non fanno già le più alte di profondità; e le più alte, scacciate che hanno le più basse, in breve si quietano e si librano. Bisogna che questo vostro Peripatetico creda che tutti i laghi del mondo che stanno in quiete, e tutti i mari dove il flusso e reflusso è insensibile, abbiano i letti loro egualissimi; ed io era sì semplice, che mi persuadevo che, quando altro scandaglio non ci fusse, l’isole, [L'isole sono indizio della disegualità de i fondi del mare.]che sopravanzano sopra l’acque, fussero assai manifesto indizio dell’inegualità de i fondi. A quel prelato potreste dire che la Luna scorre ogni giorno sopra tutto ’l Mediterraneo, nè però si sollevano le acque salvo che nelle sue estremità orientali e qui a noi in Venezia. A quelli del calor temperato, potente a far rigonfiar l’acqua, dite che pongano il fuoco sotto di una caldaia piena d’acqua, e che vi tengan dentro la man destra sin che l’acqua per il caldo si sollevi un sol dito, e poi la cavino, e scrivano del rigonfiamento del mare; o dimandategli almeno che vi insegnino come fa la Luna a rarefar certa parte dell’acque e non il rimanente, come dir queste qui di Venezia, e non quelle d’Ancona, di Napoli o di Genova. È forza dire che [Ingegno poetici di due specie.]gl’ingegni poetici sieno di due spezie: alcuni, destri ed atti ad inventar le favole; ed altri, disposti ed accomodati a crederle.
Simp. Io non penso che alcuno creda le favole mentre che per tali