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giornata terza. | 431 |
verta e scorza, di terra, di pietre, di metalli, di acqua etc., si nasconde una gran calamita, poichè intorno ad essa si riconoscono, da chi di osservargli si prende cura, tutti quei medesimi accidenti che ad un verace e scoperto globo di calamita competer si scorgono: chè quando altro non si vedesse che quello dell’ago declinatorio, che, portato intorno alla Terra, più e più s’inclina con l’avvicinarsi al polo boreale, e meno declina verso l’equinoziale, sotto il quale si riduce finalmente all’equilibrio, dovrebbe bastare a persuadere ogni più renitente giudizio. Taccio quell’altro mirabile effetto che sensatamente si vede in tutti i pezzi di calamita: de i quali a noi, abitatori dell’emisferio boreale, il polo meridionale di essa calamita è più gagliardo dell’altro, e la differenza si scorge maggiore quanto più altri si allontana dall’equinoziale; e sotto l’equinoziale amendue le parti sono di forze eguali, ma notabilmente più deboli; ma nelle regioni meridionali, lontano dall’equinoziale, si cangia natura, e quella parte che a noi era più debile, acquista vigore sopra l’altra: e tutto questo confronta con quello che veggiamo farsi da un piccol pezzetto di calamita alla presenza di un grande, la virtù del quale, prevalendo al minore, se lo rende obbediente, e secondo ch’e’ si terrà di qua o di là dall’equinoziale della grande, fa le mutazioni medesime che ho detto farsi da ogni calamita portata di qua o di là dall’equinozial della Terra.
Sagr. Io rimasi persuaso alla prima lettura del libro del Gilberto; ed avendo incontrato un pezzo di calamita eccellentissima, feci per lungo tempo molte osservazioni, e tutte degne d’estrema meraviglia; ma sopra a tutte a me pare stupenda [Calamita armata sostiene assaissimo più ferro che disarmata.]quella dell’accrescergli tanto la facultà del sostenere un ferro, con l’armarla nel modo che ’l medesimo autore insegna: ed io, con armare quel mio pezzo, gli multiplicai la forza in ottupla proporzione, e dove disarmata non sosteneva appena nove once di ferro, armata ne sosteneva più di sei libbre; e forse voi arete veduto questo medesimo pezzo nella Galleria del Serenissimo Gran Duca vostro (al quale io la cedetti), sostenente due ancorette di ferro.
Salv. Io molte volte la veddi, e con gran meraviglia, sin che altro assai maggior stupore mi porse un piccolo pezzetto che si ritrova in mano del nostro Accademico; il quale, non essendo più che once sei di peso, nè sostenendo disarmato altro che once dua appena, armato