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giornata terza. 425

acquista una conversione circa ’l proprio centro, contraria a quella che lo porta intorno, e tale in velocità, che amendue finiscono una conversione nell’istesso tempo precisamente. [Esperienza la quale sensatamente mostra, due moti contrarili naturalmente convenire nel medesimo mobile.]Potrete veder questa mirabile ed accomodata al nostro proposito esperienza, mettendo in un catino d’acqua una palla che vi galleggi, e tenendo il vaso in mano: se vi andrete rivolgendo sopra le piante de’ piedi, vedrete immediatamente cominciar la palla a rivolgersi in se stessa con moto contrario a quel del catino, e finir la sua revoluzione quando finirà quella del vaso. Ora, che altro è la Terra che un globo pensile e librato in aria tenue e cedente, il quale, portato in giro in un anno per la circonferenza di un gran cerchio, ben deve acquistar senz’altro motore una vertigine circa ’l proprio centro, annua e contraria all’altro movimento pur annuo? Voi vedrete quest’effetto; ma se poi andrete più accuratamente considerando, vi accorgerete quest’esser non cosa reale, ma una semplice apparenza, e quello che vi assembra un rivolgersi in se stesso, [Terzo moto attribuito alla Terra è più presto un restare immutabile.]essere un non si muovere ed un conservarsi del tutto immutabile rispetto a tutto quello che fuor di voi e del vaso resta immobile: perchè, se in quella palla segnerete qualche nota, e considererete verso qual parte del muro della stanza dove sete, o della campagna o del cielo, ella riguarda, vedrete tal nota, nel rivolgimento del vaso e vostro, riguardar sempre verso quella medesima parte; ma paragonandola al vaso ed a voi stesso, che sete mobili, ben apparirà ella andar mutando direzione, e con movimento contrario al vostro e del vaso andar ricercando tutti i punti del giro di quello; talchè con maggior verità si può dire che voi ed il vaso giriate intorno alla palla immobile, che ch’essa si volga drento al vaso. In tal guisa la Terra, sospesa e librata nella circonferenza dell’orbe magno, e situata in tal modo che una delle sue note, qual sarebbe per esempio il suo polo boreale, riguardi verso una tale stella o altra parte del firmamento, verso la medesima si mantien sempre diretta, benchè portata co ’l moto annuo per la circonferenza di esso orbe magno. Questo solo è bastante a far cessare la maraviglia e rimuovere ogni difficultà: ma che dirà il signor Simplicio se a questa non indigenza di causa cooperante aggiugneremo [Virtù mirabile interna del globo terrestre, di riguardar sempre la medesima parte del cielo.]una mirabile virtù intrinseca del globo terrestre, di riguardar con sue determinate parti verso determinate parti del firmamento? Parlo della virtù magnetica, participata costantissimamente da qualsivoglia pezzo di calamita. E se