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422 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

e nel suo piano sarà l’asse A B. Ma il cerchio massimo passando per i poli de i paralleli, gli divide tutti in parti eguali; adunque gli archi I K, E F, C D, G N, L M saranno tutti mezi cerchi, e l’emisferio illuminato sarà questo che riguarda verso noi e ’l Sole, e ’l terminator della luce sarà l’istesso cerchio A C B D, e stante la Terra in questo luogo, farà l’equinozio a tutti li suoi abitatori. E ’l medesimo accade nella seconda figura, dove la Terra, avendo l’emisferio suo illuminato verso il Sole, mostra a noi l’altro oscuro con li suoi archi notturni, che pur son tutti mezi cerchi; ed in conseguenza qui ancora si fa l’equinozio. E finalmente, essendo che la linea prodotta dal centro del Sole al centro della Terra è perpendicolare all’asse A B, al quale è parimente eretto il cerchio massimo de i paralleli C D, passerà la medesima linea O Libra necessariamente per l’istesso piano del parallelo C D, segando la sua circonferenza nel mezo dell’arco diurno C D; e però il Sole sarà verticale a quello che in tal segamento si trovasse: ma vi passano, portati dalla diurna conversion della Terra, tutti gli abitatori di tal parallelo: adunque tutti questi in tal giorno averanno il Sole meridiano sopra il vertice loro, ed il Sole intanto a tutti gli abitatori della Terra apparirà descrivere il massimo parallelo, detto equinoziale. In oltre, essendo che, stante la Terra in amendue i punti solstiziali, de i cerchi polari I K, L M l’uno resta intero nella luce e l’altro nelle tenebre; ma quando la Terra è ne i punti equinoziali, la metà de i medesimi cerchi polari si trovano nella luce, restando il rimanente nelle tenebre; non doverà esser difficile a intendersi, come passando la Terra, verbigrazia, dal Granchio (dove il parallelo I K è tutto nelle tenebre) nel Leone, cominci una parte del parallelo I K verso il punto I a entrar nella luce, e che il terminator della luce I M cominci a ritirarsi verso i poli A, B, segando il cerchio A C B D non più in I, M, ma in due altri punti cadenti tra i termini I, A, M, B, de gli archi I A, M B, onde gli abitatori del cerchio I K comincino a goder del lume, e gli altri abitatori del cerchio L M a sentir della notte. Ed ecco, con due semplicissimi movimenti, fatti dentro a tempi proporzionati alle grandezze loro e tra sé non contrarianti, anzi fatti, come tutti gli altri de’ corpi mondani mobili, da occidente verso oriente, assegnati al globo terrestre, rese adequate ragioni di tutte quelle medesime apparenze, per le quali salvare con la stabilità della Terra è necessario (renunziando a quella simmetria che si vede tra