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giornata terza. 393

appunto maggiore di quello che poco fa la calcolammo dovere esser quando una fissa della sesta grandezza fusse quanto è il Sole. Or vedete quanto minore ancora dovrebbe, per tal rispetto, esser la diversità cagionata in esse dal movimento annuo della Terra. E quando con simil relazione noi volessimo argumentar [Con la proporzione di Giove e di Marte si trova la sfera stellata ancora assai più lontana.]la lontananza della sfera stellata da Giove e da Marte, quello ce la darebbe 15.000, e questo 27.000, semidiametri dell’orbe magno, cioè ancora maggior, quello 7 e questo 12 volte, che non ce la dava la grandezza della fissa supposta eguale al Sole.

Simp. Mi par che a questo si potrebbe rispondere che ’l moto della sfera stellata si è doppo Tolomeo osservato non esser così tardo come esso lo stimò; anzi mi pare avere inteso che l’istesso Copernico è stato l’osservatore.

Salv. Voi dite benissimo, ma non producete cosa che favorisca punto la causa de i Tolemaici, li quali non hanno mai recusato il moto de i 36.000 anni nella sfera stellata, perchè tanta tardità la facesse troppo vasta ed immensa; chè se tal immensità non era da concedersi in natura, dovevano prima che ora negare una conversione tanto tarda, che non potesse con buona proporzione adattarsi se non ad una sfera di grandezza intollerabile.

Sagr. Di grazia, signor Salviati, non perdiam più tempo in proceder per via di tali proporzioni con gente che sono accomodate ad ammetter cose sproporzionatissime, talchè assolutamente con loro per questa strada non è possibile guadagnar nulla. E qual più sproporzionata proporzione si può immaginare di quella che questi tali trapassano ed ammettono, mentre che, scrivendo non ci esser più conveniente modo di ordinar le celesti sfere che ’l regolarsi con le diversità de’ tempi de’ periodi loro, mettendo di grado in grado le più tarde sopra le più veloci, costituita che hanno altissima la sfera stellata, come tardissima più di tutte, glie ne costituiscono una superiore, e per ciò maggiore, e la fanno muovere in ventiquattr’ore, mentre che la sua inferiore si muove in 36.000 anni? Ma di queste sproporzionalità se ne parlò a bastanza il giorno passato.

Salv. Vorrei, signor Simplicio, che sospesa per un poco l’affezione che voi portate a i seguaci della vostra opinione, mi diceste sinceramente se voi credete che essi nella mente loro comprendano quella grandezza che dipoi giudicano non poter, per la sua immensità, at-