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388 | dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. |
quali sono Alfagrano, Albategno, Tebizio, e più modernamente [Inganno comune di tutti gli astronomi intomo alle grandezze delle stelle]i Ticoni, i Clavii, ed in somma tutti i predecessori al nostro Accademico, si sien così altamente ingannati nel determinar le grandezze di tutte le stelle, tanto fisse quanto mobili, trattine i dua luminarii, nè abbiano posto cura alla irradiazione avventizia, che ingannevolmente le mostra cento e più volte maggiori che quando si veggono senza crini. E non si può scusare questa loro inavvertenza, perchè era in lor potestà il vederle a lor piacimento senza i crini, chè basta guardarle nella lor prima apparizion della sera o ultima occultazion dell’aurora; [Venere rende inescusabile l'error degli astronomi, preso nei determinar le grandezze delle stelle.]e se non altro, Venere, che pure spesse volte si vede di mezo giorno così piccola che ben bisogna aguzzar la vista, e che pur poi nella seguente notte comparisce una grandissima fiaccola, gli doveva fare accorti della lor fallacia: che non crederò già che eglino stimassero, il vero disco esser quello che si mostra nelle profonde tenebre, e non quello che si scorge nell’ambiente luminoso, perchè i nostri lumi, che veduti la notte di lontano appariscon grandi, e da vicino mostrano la lor vera fiammella terminata e piccola, potevano a sufficienza fargli cauti. Anzi, s’io devo liberamente dire il mio parere, credo assolutamente che nessun di costoro, nè anco Ticone stesso, tanto accurato nel maneggiare strumenti astronomici, e che tanto grandi ed esatti, senza rispiarmo di spese grandissime, ne fabbricò, si sieno messi mai a voler prendere e misurare l’apparente diametro d’alcuna stella, trattone il Sole e la Luna; ma penso che arbitrariamente, e come si dice a occhio, uno di loro de i più antichi pronunziasse la cosa esser così, e che i seguaci poi senza altro riscontro se ne sieno stati al primo detto: chè quando alcuno di loro si fusse applicato al farne qualche riprova, si sarebbe senza dubbio accorto dell’inganno.
Sagr. Ma se eglino mancavano del telescopio, e voi di già avete detto che l’amico nostro con tale strumento è venuto in cognizione della verità, devono gli altri restare scusati, e non accusati di negligenza.
Salv. Questo seguirebbe, quando senza ’l telescopio non si potesse ottenere l’intento. È vero che tale strumento, co ’l mostrar il disco della stella nudo ed ingrandito cento e mille volte, rende l’operazione più facile assai, ma si può anco senza lo strumento conseguir, se ben non così esattamente, l’istesso; ed io più volte l’ho fatto, e ’l modo che ho tenuto è questo. Ho fatto pendere una cordicella