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giornata terza. 367

oltre all’effetto della irradiazione, [Altra seconda cagione del poco ccrescimento apparente di Venere]ch’ell’è falcata, e le sue corna, oltre all’esser sottili, ricevono il lume del Sole obliquamente, e però assai languido, talchè, per esser poco e debile, meno ampla e vivace si fa la sua irradiazione che quando si mostra a noi co ’l suo emisferio tutto lucido; ma però il telescopio apertamente ci mostra le sue corna così terminate e distinte come quelle della Luna, e veggonsi come di un cerchio grandissimo, ed a proporzione maggiori quelle quasi 40 volte del suo medesimo disco, quando è superiore al Sole nell’ultima sua apparizion mattutina.

Sagr. Oh Niccolò Copernico, qual gusto sarebbe stato il tuo nel veder con sì chiare esperienze confermata questa parte del tuo sistema!

Salv. Sì; ma quanto minore la fama della sublimità del suo ingegno appresso a gl’intendenti! mentre si vede, come pur dissi dianzi, [ra- Copernico persuaso dalle ragioni contro alle sensate esperienze.]aver egli costantemente continuato nell’affermare, scorto dalle ragioni, quello di cui le sensate esperienze mostravano il contrario: che io non posso finir di stupire ch’egli abbia pur costantemente voluto persistere in dir che Venere giri intorno al Sole, ed a noi sia meglio di sei volte più lontana una volta che un’altra, e pur sempre si mostri eguale a se stessa, quando ella dovrebbe mostrarsi quaranta volte maggiore.

Sagr. In Giove, in Saturno ed in Mercurio credo pur che si devano veder ancor le differenze delle lor grandezze apparenti puntualmente rispondere alle lor variate lontananze.

Salv. Ne’ due superiori le ho io precisamente osservate quasi ogni anno da ventidua anni in qua: [Mercurio non ammette chiare osservazioni.]in Mercurio non si può fare osservazione di momento, per non si lasciar egli vedere se non nelle sue massime digressioni dal Sole, nelle quali le sue distanze dalla Terra sono insensibilmente diseguali e però tali differenze inosservabili, come anco le mutazioni di figure, che assolutamente bisogna che seguano come in Venere; e quando lo vediamo, dovrebbe mostrarsi in figura di mezo cerchio, come fa Venere ancora nelle sue massime digressioni; ma il suo disco è tanto piccolo e ’l suo splendore tanto vivace, per esser egli così vicino al Sole, [Rimuovesi la difficuità nata dai muoversi la Terra intorno ai Sole non solitaria, ma in compagnia della Luna.]che non basta la virtù del telescopio a radergli il crine, sì che egli apparisca tutto tosato. Restaci da rimuover quella che pareva grande sconvenevolezza nel moto della Terra, cioè che, volgendosi tutti i pianeti intorno al Sole, ella