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giornata terza. 361

ed appressandosi a noi quanto verrebbe ad esser il diametro del cerchio da lei descritto, quando fusse sotto il Sole e a noi vicinissima, dovrebbe il suo disco mostrarcisi poco meno di 40 volte maggiore


nella bocca del pozzo, ma in altro oggetto separato e che non partecipi della medesima condizione, dico di moto o di quiete.

Simp. Tutto sta bene: ma posto che io, stando nel pozzo, sia portato di conserva con esso dal moto diurno, e che la stella da me veduta sia immobile, non essendo1 l’apertura del pozzo, che sola dà il passaggio alla mia vista, più di tre braccia de i tanti milioni di braccia del resto della superficie terrestre, che la vista m’impedisce, come potrà essere il tempo della veduta sensibil parte di quello dell’occultazione?

Salv. E pur ricadete nel medesimo equivoco: ed in effetto sete bisognoso di chi v’aiuti a uscirne. Non è, signor Simplicio, la larghezza del pozzo quella che misura il tempo dell’apparizion della stella, perchè così la vedreste perpetuamente, essendo che perpetuamente la bocca del pozzo dà il transito alla vostra vista; ma tal misura si deve prendere dalla quantità del cielo immobile, che per l’apertura del pozzo vi resta visibile.

Simp. Ma quello che mi si scuopre del cielo non è egli tal parte di tutta la sfera celeste, quale è la bocca del pozzo di tutta la terrestre?

Salv. Voglio che vi rispondiate da voi medesimo; però ditemi, se la bocca del medesimo pozzo è sempre la medesima parte della superficie terrena.

Simp. È senza dubbio la medesima sempre.

Salv. E la parte del cielo veduta da quello che è nel pozzo, è ella sempre la medesima quantità di tutta la sfera celeste?

Simp. Ora comincio a disottenebrarmi la mente e a intender quello che poco fa mi accennaste, e che la profondità del pozzo ha che fare assai nel presente negozio; perchè non è dubbio che quanto più si allontanerà l’occhio dalla bocca del pozzo, minor parte del cielo si scoprirà, la qual poi, in consequenza, più presto verrà trapassata e persa di vista da colui che dal profondo del pozzo la rimirerà.

Salv. Ma èvv’egli luogo alcuno nel pozzo dal quale si scoprisse

  1. Dapprima Galileo aveva scrfitto «e non essendo», ma poi cancellò «e».