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giornata terza. 359

nissimo; tuttavia tal diversità di apparente grandezza non ci si scorge, anzi nella opposizione al Sole, quando è vicino alla Terra, non si mostra nè anco 4 o 5 volte più grande che quando, verso la


sono di quei cervelli atti a negar gli antipodi, atteso che non si può caminare col capo all’ingiù e coi piedi attaccati al palco; questi da concetti veri, ed anco perfettamente intesi da loro, non sanno poi dedur soluzioni facilissime a i lor dubbi: voglio dire che benissimo intendono che il gravitare e lo sciendere è tendere verso ’l centro del globo terrestre, e che ’l salire è il discostarsene; si perdono poi nell’intendere che gli antipodi nostri per sostenersi e caminare non hanno difficoltà veruna, perchè fanno giusto come noi, cioè tengono le piante de’ piedi verso ’l centro della Terra e ’l capo verso ’l cielo.

Sagr. E pur sappiamo, uomini in altre dottrine di subblimi ingegni essersi abbagliati in tali cognizioni; dal che tanto maggiormente vien confermato quello che pur ora dicevo, cioè che è bene rimuover tutte le obbiezzioni, ancor che debolissime: e però rispondasi pur ancora a quei del pozzo.

Salv. Questo secondo argomento ha bene in apparenza un non so che più del concludente; tutta via io tengo per fermo che quando si potesse interrogare quell’istesso a chi e’ sovvenne, acciò meglio si spiegasse con dichiarare qual sia precisamente l’effetto che dovrebbe seguire, e che gli par che non segua, posta la conversion diurna esser della Terra, credo, dico, che egli si avvilupperebbe nell’espor la sua difficoltà con le sue conseguenze, forse non meno di quel ch’e’ farebbe nello svilupparsene col pensarvi.

Simp. S’io debbo dire ’l vero, stimo certo che così accaderebbe, imperò che io ancora di presente mi trovo nella medesima confusione: perchè mi pare che l’argomento stringa, quanto alla prima apprensione; ma all’incontro veggo come per nebbia che se il discorso procedesse rettamente, quella immensa rapidità di corso che si dovrebbe scorger nella stella quando il moto fusse della Terra, si doverebbe ancora, anzi molto più, scorger nella medesima quando il moto fusse suo, dovendo esser molte migliaia di volte più veloce nella stella che nella Terra. All’incontro poi, l’aversi a perder la vista della stella per il solo trapasso della bocca del pozzo, che sarà poi 2 o tre braccia di diametro, mentre il pozzo con la Terra ne trapas-