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giornata terza. 353

gior diversità in Marte che in Giove, per essere il cerchio D I di Marte minore del cerchio E L di Giove; [Diversità dell'apparente grandezza minor in Saturno che in Giove, e in Giove che in Marte, e perchè.]e similmente perchè questo E L è minore del cerchio F M di Saturno, la medesima diversità è ancor minore in Saturno che in Giove: e ciò puntualmente risponde all’apparenze. Resta ora che pensiate di assegnare il luogo alla Luna.

Simp. Seguendo l’istesso metodo, che mi par concludentissimo, poichè veggiamo che la Luna viene alla congiunzione ed all’opposizione del Sole, [Orbe della Luna abbraccia la Terra, ma non ìl Sole.]è necessario dire che il suo cerchio abbracci la Terra; ma non bisogna già che egli abbracci il Sole, perchè quando ella fusse verso la congiunzione, non si mostrerebbe falcata, ma sempre rotonda e piena di lume; oltre che già mai non potrebbe ella farci, come spesse volte fa, l’eclisse del Sole, con l’interporsi tra esso e noi. È dunque necessario assegnarle un cerchio intorno alla Terra, qual sarebbe questo N P, sì che costituita in P ci apparisca dalla Terra A congiunta co ’l Sole, onde possa talora eclissarlo, e posta in N si vegga opposta al Sole, ed in tale stato possa cadere nell’ombra della Terra ed oscurarsi.

Salv. Ora che faremo, signor Simplicio, delle stelle fisse? Vogliamole por disseminate per gl’immensi abissi dell’universo, in diverse lontananze da qualsivoglia determinato punto, o pur collocate in una superficie sfericamente distesa intorno a un suo centro, sì che ciascheduna di loro sia dal medesimo centro egualmente distante?

Simp. [Situazione probabile delle stelle fisse.]Più tosto torrei una strada di mezo, e gli assegnerei un orbe descritto intorno a un determinato centro e compreso dentro a due superficie sferiche, cioè una altissima concava e l’altra inferiore convessa, tra le quali costituirei l’innumerabil moltitudine delle stelle, ma però in diverse altezze; e questa si potrebbe chiamar [Quale debba stimarsi la sfera dell'universo.]la sfera dell’universo, continente dentro di sé gli orbi de i pianeti, già da noi disegnati.

Salv. Adunque già aviamo noi, signor Simplicio, sin qui ordinati i corpi mondani giusto secondo la distribuzion del Copernico, e ciò si è fatto di propria mano vostra: e di più a tutti avete voi assegnati movimenti proprii, eccettuatone il Sole, la Terra e la sfera stellata; ed a Mercurio con Venere avete attribuito il moto circolare intorno al Sole, senza abbracciar la Terra: intorno al medesimo Sole fate muover li tre superiori, Marte, Giove e Saturno, comprendendo la Terra dentro a i cerchi loro; la Luna poi non può muoversi in altra