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giornata seconda | 297 |
contro a queste due opinioni, la forza de i quali lascerò che giudichiate voi stesso, signor Simplicio.
Salv. Voi, signor Sagredo, traportato dalla velocità del vostro ingegno, mi tagliaste dianzi il ragionamento, mentre io volevo dire alcuna cosa in risposta di quest’ultimo argomento dell’autore; e benchè voi gli abbiate più che a sufficienza risposto, voglio ad ogni modo aggiugner non so che, che allora avevo in mente. Egli pone per cosa molto inverisimile che un corpo dissipabile e corruttibile, qual è la Terra, possa perpetuamente muoversi d’un movimento regolare, massime vedendo noi gli animali finalmente stancarsi ed aver necessità di riposo; e gli accresce l’inverisimile il dover essere tal moto di velocità incomparabile e immensa, rispetto a quella de gli animali. Ora io non so intendere perchè la velocità della Terra l’abbia di presente a perturbare, mentre quella della sfera stellata, tanto e tanto maggiore, non gli arreca disturbo più considerabile che se gli arrechi la velocità d’una macine, la quale in 24 ore dia una sola revoluzione. Se per esser la velocità della conversion della Terra su ’l modello di quella della macine non si tira in conseguenza cose di maggior efficacia di quella, cessi l’autore di temer lo stancarsi della Terra perchè nè anco qualsivoglia ben fiacco e pigro animale, dico nè anco un camaleonte, si straccherebbe col muoversi non più di cinque o sei braccia in 24 ore; [Pìù è da temersi la stancheza nella sfera stellata che nel globo terrestre.]ma se e’ vuol considerar la velocità non più su ’l modello della macine, ma assolutamente, ed in quanto in 24 ore il mobile ha da passare uno spazio grandissimo, molto più si dovrebbe mostrar renitente a concederla alla sfera stellata, la quale con velocità incomparabilmente maggiore di quella della Terra deve condur seco migliaia di corpi, ciaschedun grandemente maggiore del globo terrestre.
Resterebbe ora che noi vedessimo le prove per le quali l’autore conclude, le stelle nuove del 72 e del 604 essere state sublunari, e non celesti, come comunemente si persuasero gli astronomi di quei tempi, impresa veramente grande; ma ho pensato, per essermi tale scrittura nuova, e lunga per i tanti calcoli, che sarà più espediente che io tra stasera e domattina ne vegga quel più ch’io potrò, e domani poi, tornando a i soliti ragionamenti, vi referisca quello che avrò ritratto: e se ci avanzerà tempo, verremo a discorrere del movimento annuo attribuito alla Terra. Intanto, se voi avete da dire alcuna cosa, ed in particolare il signor Simplicio, intorno alle cose atte-