Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
288 | dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. |
a quella per la quale le stelle Medicee scorrono il zodiaco in 12 anni, e tra tanto si volgono in cerchi piccolissimi ed in tempi brevissimi intorno a Giove.
Simp. Quest’autore vi negherà tutte queste cose, come inganni della vista, mediante i cristalli del telescopio.
Sagr. Oh questo sarebbe un volerne troppo per sé, mentre e’ vuole che l’occhio semplice non si possa ingannare nel giudicar il moto retto de’ gravi descendenti, e vuol che e’ si inganni nel comprendere questi altri movimenti, mentre la sua virtù vien perfezionata ed accresciuta a trenta doppii. Diciamogli dunque che la Terra partecipa la pluralità di movimenti in un modo simile e forse il medesimo, co ’l quale la calamita ha il muoversi in giù, come grave, e due moti circolari, uno orizontale e l’altro verticale, sotto il meridiano. Ma che più? ditemi, signor Simplicio, tra chi credete voi che quest’autore mettesse maggior diversità, tra il moto retto e ’l circolare, o tra il moto e la quiete?
Simp. [Più differente è il moto dalla quiete, che il moto retto dai circolare.]Tra il moto e la quiete sicuramente. E quest’è manifesto; perchè il moto circolare non è contrario al retto per Aristotile, anzi e’ concede che si possano mescolare; il che è impossibile del moto e della quiete.
Sagr. Adunque proposizione meno improbabile è il porre in un corpo naturale due principii interni, uno a ’l moto retto e l’altro al circolare, che due, pur interni, uno al moto e l’altro alla quiete. [Più ragionevoimente si possono attribuire alla Terra due princlpii interni al moto retto ed al circolare, che due al moto ed alla quiete.]Ora, della naturale inclinazione che risegga nelle parti della Terra, di ritornar al suo tutto quando per violenza ne vengono separate, concordano insieme amendue le posizioni; e solo dissentono nell’operazion del tutto, chè questa vuole che per principio interno stia immobile, e quella gli attribuisce il moto circolare: ma per la vostra concessione e di questo filosofo, due principii, uno al moto e l’altro alla quiete, son incompatibili insieme, sì come incompatibili sono gli effetti; ma non già accade questo de i due movimenti retto e circolare, che nulla repugnanza hanno fra di loro.
Salv. [Moto delie parti della Terra, ritornando al suo tutto, può esser circolare.]Aggiugnete di più, che probabilissimamente può essere che il movimento che fa la parte della Terra separata, mentre si riconduce al suo tutto, sia esso ancora circolare, come di già si è dichiarato: talchè per tutti i rispetti, in quanto appartiene al presente caso, la mobilità sembra più accettabile che la quiete. Ora seguite, signor Simplicio, quello che resta.