Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/286

278 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

la canna superiore per tanto spazio, e la inferiore un palmo solamente; ma l’angolo tanto si altera nell’uno strumento quanto nell’altro: e parimente un’onda che venga per banda, trasporta a destra ed a sinistra cento volte più la canna alta che la bassa; ma gli angoli o non si mutano o si alterano egualmente; ma la mutazione a destra o a sinistra, innanzi o in dietro, in su o in giù, non reca impedimento sensibile nella veduta de gli oggetti lontani, ma sì bene grandissima l’alterazione dell’angolo: adunque bisogna necessariamente confessare che l’uso del telescopio nella sommità dell’albero non è più difficile che al piede, avvenga che le mutazioni angolari son eguali in amendue i luoghi.

Salv. Quanto bisogna andar circospetto prima che affermare o negare una proposizione! Io torno a dire, che nel sentir pronunziar resolutamente che per il movimento maggiore fatto nella sommità dell’albero che nel piede, ciascuno si persuaderà che grandemente sia più difficile l’uso del telescopio su alto che a basso. E così anco voglio scusar quei filosofi che si disperano e si gettan via contro a quelli che non gli voglion concedere che quella palla d’artiglieria, che e’ veggon chiaramente venire a basso per una linea retta e perpendicolare, assolutamente si muova in quel modo, ma voglion che ’l moto suo sia per un arco, ed anco molto e molto inclinato e trasversale. Ma lasciamogli in quest’angustia, e sentiamo l’altre opposizioni che l’autore che aviamo a mano fa contro al Copernico.

Simp. Continua pur l’autore di mostrare come in dottrina del Copernico bisogna negare i sensi, e le sensazioni massime, qual sarebbe se noi, che sentiamo il ventilar d’una leggierissima aura, [Moto annuo della Terra dovrebbe cagionar vento perpetuo e gagliardissimo.]non abbiamo poi a sentire l’impeto d’un vento perpetuo che ci ferisce con una velocità che scorre più di 2529 miglia per ora; chè tanto è lo spazio che il centro della Terra co ’l moto annuo trapassa in un’ora per la circonferenza dell’orbe magno, come egli diligentemente calcola, e perchè, come ei dice pur di parer del Copernico, cum Terra movetur circumpositus aër; motus tamen eius, velocior licet ac rapidior celerrimo quocumque vento, a nobis non sentiretur, sed summa tum tranquillitas reputaretur, nisi alius motus accederet. Quid est vero decipi sensum, nisi haec esset deceptio?

Salv. È forza che questo filosofo creda che quella Terra che il Copernico fa andare in giro, insieme con l’aria ambiente, per la cir-