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234 | dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. |
gioni fatte in numeri astratti, non rispondessero poi alle monete d’oro e d’argento e alle mercanzie in concreto. Ma sapete, signor Simplicio, quel che accade? Sì come a voler che i calcoli tornino sopra i zuccheri, le sete e le lane, bisogna che il computista faccia le sue tare di casse, invoglie ed altre bagaglie, così, quando il filosofo geometra vuol riconoscere in concreto gli effetti dimostrati in astratto, bisogna che difalchi gli impedimenti della materia; che se ciò saprà fare, io vi assicuro che le cose si riscontreranno non meno aggiustatamente che i computi aritmetici. Gli errori dunque non consistono nè nell’astratto nè nel concreto, nè nella geometria o nella fisica, ma nel calcolatore, che non sa fare i conti giusti. Però, quando voi aveste una sfera ed un piano perfetti, benchè materiali, non abbiate dubbio che si toccherebbero in un punto; e se questo era ed è impossibile ad aversi, molto fuor di proposito fu il dire che sphaera aenea non tangit in puncto. Ma più vi aggiungo, signor Simplicio: concedutovi che non si possa dare in materia una figura sferica perfetta nè un piano perfetto, credete voi che si possano dare due corpi materiali di superficie in qualche parte e in qualche modo incurvata, anco quanto si voglia irregolatamente?
Simp. Di questi non credo che ce ne manchino.
Salv. Come ve ne siano di tali, questi ancora si toccheranno in un punto, chè il toccarsi in un sol punto non è miga privilegio [Toccarsi in un punto non è proprio delle sfere perfette solamente, ma di tutte le figure curve. ]particolare del perfetto sferico e del perfetto piano. Anzi chi più sottilmente andasse contemplando questo negozio, troverebbe che più difficile assai è il trovar due corpi che si tocchino con parte delle lor superficie, che con un punto solo: [È più difficile il trovar figure, che si tocchino con parte di lor superficie, che con un punto solo.]perchè a voler che due superficie combagino bene insieme, bisogna o che amendue sieno esattamente piane, o che se una è colma, l’altra sia concava, ma di una incavatura che per appunto risponda al colmo dell’altra; le quali condizioni son molto più difficili a trovarsi, per la lor troppo stretta determinazione, che le altre, che nella casual larghezza son infinite.
Simp. Adunque voi credete che due pietre o due ferri, presi a caso e accostati insieme, il più delle volte si tocchino in un sol punto?
Salv. Ne gli incontri casuali1 credo di no, sì perchè per lo più
- ↑ L’edizione originale ha causali; ma già Galileo, nell’esemplare posseduto ora dalla Biblioteca del Seminario di Padova, corresse a penna casuali.